Sarà stata quella battuta pronunciata con enfasi nell’aura della Camera (“il tetto del 3% è anacronistico”). Saranno state le parole di Vasco Errani che, stamattina, ha spiegato che Matteo Renzi chiederà all’Ue di escludere i fondi strutturali dai vincoli posti dal Patto di stabilità. Fatto sta che stamattina da Bruxelles è partito un siluro in direzione dell’Italia. Un messaggio per far capire al premier che non può fare ciò che vuole sperando che l’Europa resti alla finiestra a guardare. A lanciarlo il presidente della commissione Ue Josè Manuel Barroso che interrogato sulle dichiarazioni di Renzi, ha commentato secco: “Il rispetto degli impegni presi in sede europea è fondamentale”. Insomma si ripete il copione di alcuni giorni fa quando, a Berlino, il presidente del Consiglio aveva assicurato il rispetto delle regole di Maastricht e Angela Merkel aveva ricordato che non bisognava dimenticare il fiscal compact.
E proprio su questo punto potrebbe nascere un duro braccio di ferro tra Italia e Ue che potrebbe compromettere l’ambizioso percorso di riforme presentato da Renzi. Lui, per nulla preoccupato, replica a Barroso: “L’Italia sta rispettando tutti i vincoli, quindi l’Italia è uno dei Paesi che i parametri li rispetta”. Ma è chiaro che, giunti a questo punto, il nostro Paese resta sorvegliato speciale della Ue. Con il rischio che un possibile “scontro” dia fiato e forza ai partiti anti-euro. Non a caso anche il segretario della Lega Nord commenta le parole di Barroso: “Lui e Van Rompuy impongono all’Italia di ‘rispettare gli impegni’. Consiglio ai due: non fatevi vedere in Italia, non sareste ben accetti”.