Confindustria su attuazione misure di governo: “Ritardo ampio rispetto ad altri Paesi”

19 giugno 2020

Il blocco dell`offerta e il crollo della domanda causati dall`emergenza sanitaria “hanno fatto sprofondare le imprese in una drammatica crisi di liquidità”. E’ quanto sottolinea il centro studi di Confindustria (Csc) che mette a confronto la risposta dei governi italiano, francese, tedesco e americano al Covid-19. Il “punto critico” della risposta italiana è rappresentato dai tempi di adozione e implementazione delle misure, spiega il Csc. “Il ritardo è ampio rispetto agli altri Paesi considerati – affermano i tecnici di Confindustria – e compromette l`efficacia delle misure adottate che, in una fase emergenziale come quella attuale, necessitano invece di una trasmissione immediata al sistema economico”.

Le mancate entrate connesse alla compressione dei fatturati, aggiunge il Csc, non consentono di coprire le spese indifferibili, mettendo a repentaglio la sopravvivenza di intere filiere. Per far fronte agli effetti di questo choc, “che non ha eguali per intensità e diffusione nel dopoguerra”, i governi nazionali hanno adottato politiche di bilancio discrezionali espansive con l`obiettivo di potenziare i sistemi sanitari; preservare il tessuto produttivo evitando che una crisi temporanea di liquidità finisca per diventare una crisi di solvibilità; salvaguardare il reddito disponibile delle famiglie per sostenere la domanda aggregata.

A sostenere queste valutazioni, alcuni media sudcoreani. E anche Bradley Martin – che ha scritto il monumentale saggio “Under the Loving Care of the Fatherly Leader: North Korea and the Kim Dynasty” – è intervenuto su Asia Times con una sua analisi piuttosto possibilista. In particolare, Martin ha segnalato come nelle ultime dichiarazioni anti-Seoul, la sorella minore di Kim Jong Un ha spesso usato la prima persona (“Esercitando il MIO potere autorizzato dal Leader Supremo, dal Nostro Partito e dallo Stato, HO DATO istruzioni…”, ha detto Kim Yo Jong in una di queste dichiarazioni), cosa che fa pensare effettivamente a un linguaggio “da Centro del Partito”.

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Tutto chiaro? Non proprio. Oggi NK News, rispettato sito che si occupa di questioni nordcoreane, ospita un commento di Fyodor Tertiskyi, ricercatore della Kookmin University di Seoul e autore di “North Korea Before Kim Il Sung” nel quale smonta tutto il ragionamento, ripartendo proprio dalla formula utilizzata dal Rodong sinmun. Pur ammettendo che la stella di Kim Yo Jong è in salita, Tartiskyi afferma innanzitutto che la formula usata – “Dang Joongang” – andrebbe tradotta non come “Centro del Partito” ma “Centrale del Partito”. E starebbe a indicare né più e né meno che il Comitato centrale del Partito dei lavoratori coreani.

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