Dal Nord 100 miliardi l’anno in solidarietà al resto del Paese. La Sicilia peggior saldo

Dal Nord 100 miliardi l’anno in solidarietà al resto del Paese. La Sicilia peggior saldo
15 febbraio 2015

Le Regioni a statuto ordinario del Nord danno oltre 100 miliardi di euro all’anno di solidarietà al resto del Paese. Il risultato emerge da una elaborazione realizzata dall’Ufficio studi della CGIA che ha calcolato il residuo fiscale di ogni Regione italiana. La Cgia, ricordando che il residuo fiscale corrisponde alla differenza tra le entrate complessive regionalizzate (fiscali e contributive) e le spese complessive regionalizzate (al netto di quelle per interessi) delle Amministrazioni pubbliche, osserva che “tutte le Regioni del Nord a statuto ordinario presentano un saldo positivo: ovvero versano molto di piu’ di quanto ricevono. La Lombardia, ad esempio, registra un residuo fiscale annuo positivo pari a 53,9 miliardi di euro, che in valore procapite e’ pari a 5.511 euro.

Questo vuol dire che ogni cittadino lombardo (neonati e ultracentenari compresi) da’ in solidarieta’ al resto del Paese oltre 5.500 euro all’anno. Il Veneto, invece, presenta un saldo positivo pari a 18,2 miliardi di euro che si traduce in 3.733 euro conferiti da ciascun residente. L’Emilia Romagna, con un residuo di 17,8 miliardi di euro, devolve ben 4.076 euro per ciascun abitante. In Piemonte, che nel rapporto dare/avere elargisce agli altri territori 10,5 miliardi di euro, il residuo fiscale medio per abitante e’ di 2.418 euro all’anno. La Liguria, infine, da’ al resto del Paese 1 miliardo di euro, pari a 701 euro per ogni cittadino ligure”. Nonostante sia piu’ contenuto rispetto al dato riferito alle realta’ del profondo Nord, anche il residuo fiscale di tutte le Regioni del Centro e’ sempre positivo. La Toscana ha un saldo di 8,3 miliardi di euro, il Lazio di 7,3, le Marche di 2,5 e l’Umbria di 1,1 miliardi.

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MERIDIONE “Se, invece, osserviamo i risultati delle Regioni meridionali, la situazione cambia completamente di segno. Tutte presentano un residuo fiscale negativo: vale a dire, ricevono di piu’ di quanto versano. La Sicilia, ad esempio, ha il peggior saldo tra tuttele 20 Regioni d’Italia: in termini assoluti e’ pari a -8,9 miliardi di euro, che si traduce in un dato procapite pari a 1.782 euro. In Calabria, invece, il residuo e’ pari a -4,7 miliardi di euro (-2.408 euro procapite), in Sardegna a -4,2 miliardi (- 2.566 euro ogni residente), in Campania a -4,1 miliardi (-714 euro per ciascun abitante) e in Puglia a -3,4 miliardi di euro (- 861 euro procapite)”. “Il principio della solidarieta’ non e’ in discussione, ci mancherebbe – dice – il segretario della CGIA, Giuseppe Bortolussi – Tuttavia, c’e’ un grosso problema. Se, come ha fatto nell’ultimo decennio, lo Stato centrale continuera’ nella politica dei tagli lineari, facendo mancare risorse e costringendo le Autonomie locali ad aumentare le tasse, anche al Nord la qualita’ delle infrastrutture, della sanita’, del trasporto pubblico locale e della scuola potrebbe venir meno , alimentando la rabbia e la disaffezione nei confronti della politica nazionale.

La questione settentrionale, purtroppo, non si e’ dissolta: soprattutto a Nordest cova ancora sotto la cenere. “Voglio sgombrare il campo da qualsiasi fraintendimento: noi siamo d’accordo che le Regioni piu’ ricche debbano aiutare quelle piu’ in difficolta’. Per questo e’ necessario riprendere in mano la riforma del federalismo fiscale e’ portarla a termine, premiando i territori piu’ virtuosi e penalizzando chi, invece, gestisce in maniera scriteriata la cosa pubblica”. I dati, fa sapere l’ufficio studi della CGIA, sono riferiti al 2012 (ultimo anno in cui e’ possibile confrontare le entrate e le spese di ciascuna Regione) ma e’ verosimile ritenere che non vi siano state delle significative variazioni anche negli anni successivi al 2012.

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