Draghi: eurozona rischia di subire stretta monetaria non voluta

Draghi: eurozona rischia di subire stretta monetaria non voluta
Mario Draghi
21 novembre 2014

Eurolandia rischia un involontario inasprimento delle condizioni di politica monetaria, a fonte del quale la Bce non ha strumenti convenzionali di risposta dato che i tassi ufficiali sono ormai ai minimo possibile. Per questo è così importante operare con misure straordinarie, per garantire che i tassi e le attese di inflazione tornino in prossimità dei valori auspicati, ha spiegato il presidente della Bce Mario Draghi durante un convegno a Francoforte. Draghi si è soffermato soprattutto sulle generali attese di inflazione del pubblico, una voce chiave attentamente monitorata dalla Bce. Se sul lungo periodo restano abbastanza vicine ai valori obiettivo della Bce – inflazione inferiore ma vicina al 2 per cento – più a breve termine “sono calate a livelli che giudicherei eccessivamente bassi”.

E “quando le attese di inflazione calano, i tassi di interesse reali risultano aumentati, e sono quelli che contano per la maggior parte delle decisioni di investimento”. Con i tassi ufficiali già a zero, la Bce si trova impossibilitata a effettuare aggiustamenti sul costo del danaro. “In altri termini, il disancoraggio delle attese di inflazione causerebbe un inasprimento monetario di fatto, l’esatto opposto – ha concluso Draghi – di quello che vorremmo vedere”.

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