Fine vita, stop del Tar alle delibere dell’Emilia-Romagna
Accolto il ricorso dalla consigliera Valentina Castaldini (FI): “Questione da regolare con legge nazionale”

Colpo di scena nella vicenda del fine vita in Emilia-Romagna. Il Tar regionale ha accolto con effetto immediato l’istanza di sospensiva presentata dalla consigliera Valentina Castaldini (FI) contro le contestate delibere che regolavano il suicidio assistito sul territorio emiliano-romagnolo. La decisione, arrivata ieri, blocca l’applicazione dei provvedimenti in attesa dell’udienza collegiale, già calendarizzata per il prossimo 15 maggio. “Una vittoria dei principi democratici”, ha dichiarato a caldo Castaldini, promotrice dell’iniziativa legale.
“Non è accettabile che un atto amministrativo regionale sostituisca una legge nazionale su un tema così delicato”, ha rimarcato l’esponente azzurra, che già l’11 marzo scorso aveva depositato il ricorso chiedendo l’annullamento delle delibere approvate dalla giunta Bonaccini a febbraio 2024. Al centro della contesa, le disposizioni che prevedevano un iter di approvazione del suicidio medicalmente assistito in tempi record – appena 42 giorni – bypassando completamente il passaggio in Consiglio regionale. Una procedura che aveva sollevato feroci polemiche, tanto da spingere persino la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero della Salute a presentare, il 12 aprile, un ricorso parallelo che sollevava identici rilievi di illegittimità.
Gasparri: “Decisione irresponsabile della sinistra”
Non si è fatto attendere il plauso del fronte conservatore. “È molto importante la decisione del Tar”, tuona Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia. “Il tentativo delle Regioni di intervenire su questa materia è sconsiderato ed irresponsabile, oltre che chiaramente incostituzionale. Sugli esponenti della sinistra ricade una colpa morale gravissima. Si fermino”.

La sospensiva arriva in un momento delicato: nella regione si sono già conclusi due percorsi di suicidio assistito, mentre nei giorni scorsi è emersa una terza richiesta, ora destinata a finire in un limbo giuridico. La vicenda dell’Emilia-Romagna si contrappone al caso toscano, dove più recentemente una proposta di legge regionale era approdata in Aula per l’approvazione del Consiglio, seguendo dunque un iter più ortodosso.
Lo scontro sul fine vita si sposta nelle aule dei tribunali
La battaglia sul fine vita, quindi, si combatte ora nelle aule dei tribunali, mentre l’Associazione Luca Coscioni, con il tesoriere Marco Cappato in prima linea, continua a invocare una legislazione nazionale organica, finora assente. “Fin dall’inizio ho espresso forti perplessità sia sulla composizione della commissione incaricata, sia sull’opportunità di affrontare una questione tanto complessa con una semplice delibera di giunta”, ha sottolineato Castaldini, rimarcando come il tema necessiti “un confronto parlamentare serio, ampio e condiviso”.
Il verdetto definitivo è atteso per il 15 maggio, quando il Collegio del Tar si riunirà per la trattazione nel merito. Una decisione che potrebbe segnare un precedente fondamentale nel conflitto tra autonomie regionali e competenza statale in materia di diritti civili e bioetica. Nel frattempo, l’assenza di una normativa nazionale continua a generare una pericolosa frammentazione territoriale su un tema che coinvolge diritti fondamentali e questioni etiche di straordinaria complessità.