Franceschini, ora basta dirigenti a vita

21 luglio 2014

E’ appena iniziata la rivoluzione della macchina burocratica-amministrativa del ministero dei Beni culturali, voluta dallo stesso titolare del dicastero, Dario Franceschini e mugugni e fibrillazioni da parte soprattutto dei dirigenti continuano a lievitare. “La mia linea sara’ di adottare la massima rotazione, non va bene che uno stia vent’anni nello stesso posto”, afferma il ministro Franceschini in un’intervista al Sole 24 Ore. Il ministro sottolinea il nuovo ruolo della valorizzazione del patrimonio: “La riforma del ministero intende fare in modo che sia un fattore trainante della crescita”.

Con l’accorpamento delle sovraintendenze storico-artistiche con quelle del paesaggio, in pratica, “abbiamo creato i poli museali regionali e concesso piu’ autonomia ai singoli musei”. “Dunque – prosegue – le sovrintendenze si concentreranno sulla tutela, rafforzando il legame con le universita’ e il Cnr. Il modello e’ quello dei policlinici universitari. Allo stesso tempo, i musei punteranno di piu’ sulla valorizzazione. Per questo e’ stata creata una direzione centrale dei musei, alla quale faranno riferimento i poli museali regionali e i singoli musei”. Alla domanda se ci saranno a breve nuove gare per assegnare i servizi aggiuntivi dei musei risponde: “Sono per la competizione pubblico-privato. In Francia c’e’ una societa’ pubblica che gestisce i bookshop e che partecipa alle gare con le societa’ private. E’ un bel sistema. Nella prima fase, dunque, si fara’, insieme a Consip, una gara nazionale per selezionare le imprese e poi si procedera’ alle gare nei singoli musei. In futuro, pero’, vorrei si possa formare una societa’ pubblica in grado di competere con quelle private”.

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