I 70 anni di Carlo Verdone: “So’ tanti ma la corsa continua”

17 novembre 2020

“Che dirvi? So’ tanti … Ma la mente è lucida, lo spirito positivo, le anche robuste. Quindi la corsa continua! Born to Run finché potrò”. Sono gli auguri, a se stesso, di Carlo, Gregorio Verdone, questo il suo nome all’anagrafe, che oggi spegne 70 candeline. Sul suo profilo Instagram ha dato il via ai festeggiamenti. Sky Cinema gli ha dedicato un canale intero, con ben 20 film in programmazione fino al 30 novembre ed anche altri canali nazionali e locali segno di un attore che si fa amare dalla Valle d’Aosta alla Sicilia fotografia trasversale dell’Italia per l’interpretazione dei suoi personaggi. Ventisette film da regista, trentanove da attore. Carlo Verdone è nato il 17 novembre 1950 a Roma. E’ figlio di Mario Verdone, docente universitario di storia del cinema, critico cinematografico che, sin da bambino, lo ha avvicinato a questo mondo e di Rossana Schiavina, scomparsa nel 1984. Il secondo nome “Gregorio” gli è stato dato come buon augurio, essendo nato di venerdì 17.

In romanesco, infatti, “un gran Gregorio” vuol dire “una grossa fortuna”. Diplomatosi al ginnasio “Torquato Tasso”, laureato in lettere moderne con tesi dal titolo “Letteratura e cinema muto italiano” a La Sapienza con 110 e lode, il primo approccio con la macchina da presa avvenne da giovanissimo, ma nei panni di regista di cortometraggi: la prima cinepresa la comprò da Isabella Rossellini. Era una Bolex Paillard. Prima ancora della laurea, Carlo Verdone si diplomò in regia al Centro sperimentale di cinematografia di Roma. Esordio a teatro, con il cabaret, all’Alberichino con “Tali e quali” dove nacquesro i suoi primi personaggi fortemente caratterizzati. Poi la prima esperienza in tv nel varietà “Non stop” con tanti comici del’epoca destinati a fare scuola: dal gruppo della Smorfia con Massimo Troisi e i Gatti di Vicolo Miracoli. Il successo fu talmente grande che a notare Verdone fu Sergio Leone che lo chiamò per debuttare al cinema nel 1980 in “Un Sacco Bello” dove interpretò i suoi personaggi teatrali. Seguì “Bianco, rosso e Verdone” (1981), con altri personaggi del suo ricco repertorio, tra cui l’indimenticabile “Furio” che, in coppia con la moglie Magda, è entrato nelle case degli italiani con i suoi intercalari.

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Ed è qui che Verdone ha anche proposto la figura della “Sora Lella”. “In viaggio con papà”, con la regia di Alberto Sordi e “Troppo forte”, diretto da Verdone ne hanno fatto l’erede dell’Albertone nazionale. Tra i suoi film (da attore, regista o in entrambi i ruoli) che hanno fatto la storia del cinema, ci sono ad esempio “Compagni di scuola”, “Viaggi di Nozze”, “Maledetto il giorno che t’ho incontrato”, “Io, loro e Lara”, “Gallo Cedrone”, “Il mio miglior nemico”, “Grande, grosso e… Verdone”, “Posti in piedi in paradiso”. Nel 2013 Verdone ha anche preso parte al film “La grande bellezza” in cui è co-protagonista insieme a Toni Servillo. Carlo Verdone ha un fratello regista (Luca) e una sorella (Silvia) che ha sposato Christian De Sica. Dal 1980 al 1996 è stato sposato con Gianna Scarpelli, con cui ha avuto due figli: Giulia (1986) e Paolo (1988).

Farmacista ad honorem per la sua passione per la medicina (“Sia chiaro che io offro consigli. Solo consigli e pareri. Oltre non vado”) è un grande appassionato della Roma. Un film in sospeso: “Si vive una volta sola” interpretato da Rocco Papaleo, Anna Foglietta, Max Tortora e dallo stesso Verdone. Il film è stato rinviato a causa della chiusura delle sale cinematografiche ma la volontà chiara è quella di non rinunciare all’uscita del film nei cinema. Il regista è perentorio: “Noi vogliamo uscire in sala. La sala è il centro dell’aggregazione”. A Fabio Fazio ha raccontato: “70 anni li porto bene? Forse perché non prendo mai il sole, me lo disse un dermatologo. Festeggerò da solo, che devo fare? Aspetteremo tempi migliori! Sono anziano, devo essere molto cauto. Sono molto disciplinato, l’unica cosa che faccio è andare il sabato a giocare la mia schedina e andare in pasticceria. Sono a casa da marzo. Sono uscito solo per farmi operare alle anche, non camminavo più”.

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