I “convogli della libertà” si moltiplicano nel mondo

I “convogli della libertà” si moltiplicano nel mondo
13 febbraio 2022

Le proteste contro l’obbligo di Green pass, il carovita, il malcontento in generale fanno da carburante per i “convogli della libertà” che sul modello di Ottawa sono spuntati in diversi altri Paesi, dalla Francia alla Nuova Zelanda.

FRANCIA

Dopo quasi cento fermi ieri a Parigi, la questura avverte che il “dispositivo di sicurezza viene mantenuto” oggi per impedire ai manifestanti dei convogli anti-pass di tentare di nuovo il blocco della capitale. Ieri migliaia di francesi si sono mobilitati a Parigi, dove sono confluiti automobilisti da tutta la Francia, con un mix di rivendicazioni: dalla revoca del passaporto vaccinale anti-Covid alla detassazione del carburante, a misure per aumentare il potere d’acquisto. I manifestanti in automobile sono stati intercettati all’ingresso di Parigi e molti hanno proceduto a piedi, con un raduno a Place de l’Etoile al posto del luogo iniziale previsto, Place d’Italie, ma anche gli Champs-Elysées sono stati teatro di un corteo. Una minoranza si è unita ai “giubbotti gialli” nel 13esimo arrondissement. La polizia ha riferito oggi di avere effettuato un totale di 97 arresti e 513 verbalizzazioni.

BRUXELLES

Una manifestazione annunciata per domani ha portato la polizia a dichiarare che non sarà permesso l’ingresso a Bruxelles. Sui social continua a circolare l’invito a “convergere” da tutta Europa.

OLANDA

In Olanda sabato il centro dell’Aia è stato bloccato per diverse ore da chi contesta e chiede la totale cancellazione delle misure di restrizione anti-Covid.

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AUSTRIA

In Austria la polizia ha annunciato giovedì il divieto dei “convogli di libertà”, adducendo “inaccettabili” complicazioni per la cittadinanza dai cortei automobilistici previsti per venerdì.

NUOVA ZELANDA

In Nuova Zelanda, i manifestanti contrari alle restrizioni e ai divieti anti-Covid si sono accampati per sei giorni davanti al parlamento, sfidando anche il ciclone Dovi: i video con i balli nel fango hanno fatto il giro del mondo. Giovedì la polizia è intervenuta e ci sono stati 122 arresti, poi sono seguite altre azioni con idranti.

STATI UNITI IN ALLARME DOPO IL CANADA Gli Stati Uniti hanno chiesto al Canada di usare i “poteri federali” per togliere i blocchi al confine dei due paesi. Ieri agenti della polizia dell’Ontario sono intervenuti per sgomberare i manifestanti che da cinque giorni bloccavano un ponte che collega gli Stati Uniti e il Canada, nell’ambito della protesta contro l’obbligo di vaccino anti-Covid. La Casa Bianca afferma di essere stata informata dell’organizzazione di un “convoglio per la libertà” a Washington all’inizio di marzo e assicura che saranno prese “tutte le misure necessarie per garantire che questo convoglio non interrompa il commercio o il trasporto e non influisca sul lavoro del governo federale, forze dell’ordine e soccorsi”.

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