Incredibili quegli anni Sessanta: il momento della “Revolution”

22 dicembre 2017

Il suono sporco di Jimi Hendrix è perfetto per introdurre lo spettatore all’interno della mostra “Revolution”, che la Fabbrica del Vapore di Milano dedica alle storie, ai protagonisti e ai luoghi di un periodo, gli anni tra il 1966 e il 1970, che cambiò per sempre le vite di una generazione di giovani e, per estensione, di tutta la società. Tra musica, moda, film, ideologia, va di nuovo in scena un momento storico problematico ma fertile. Francesco Tomasi, storico promoter di grandi band: “E’ una mostra straordinaria sugli anni Sessanta e racconta questa presa di coscienza, questa rivoluzione culturale che è avvenuta all’inizio degli anni Sessanta con gli studenti americani prima poi con la musica beat, Rolling Stones e Beatles che hanno davvero trasformato il mondo giovanile”.

Tra manifesti anti Nixon e inni alle culture alternative va in scena un racconto collettivo che passa, molto, anche attraverso la ricostruzione dei look di quel periodo. Clara Tosi Pamphili ha curato proprio la sezione dedicata alla moda. “La moda – ha detto – è uno degli argomenti fondamentali di Revolution, sia nella versione inglese che in questo ampliamento italiano. Blow-up, Missoni, Antonioni, Fiorucci… Sono nomi fondamentali che ricorrono sia nella storia inglese sia in quella italiana”. Eccentrici ed eccessivi, lisergici e innamorati: gli anni del nostro passato a volte tornano, con quel fascino immutabile che la parola “rivoluzione” continua a portare con sé.

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