Il leone comincia a ruggire, lo staff di Trump avverte Obama: “Non prenda iniziative”

Il leone comincia a ruggire, lo staff di Trump avverte Obama: “Non prenda iniziative”
11 novembre 2016

Dopo le parole di distensione, in pubblico, tra il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e il suo successore, Donald Trump, i team per la transizione tra le due amministrazioni sono al lavoro, tra difficoltà e diffidenze, a causa dell’incolmabile distanza tra le politiche dell’attuale governo e quelle che il prossimo intende attuare. In politica estera, per esempio. E il fatto che Obama stia per partire per l’Europa fa temere che possa prendere iniziative contrarie all’indirizzo che darà la nuova amministrazione. “Sulle questioni grandi, trasformative, in cui il presidente Obama e il presidente eletto Trump non sono allineati, non penso che sia nello spirito della transizione tentare di far passare punti dell’agenda contrari alle posizioni” di Trump, ha dichiarato un consigliere per la sicurezza nazionale del futuro presidente a Politico.

Obama sarà infatti in Grecia il 15 novembre e poi il 17 in Germania, dove parteciperà a un vertice a cui parteciperanno anche Italia, Regno Unito e Francia per affrontare i problemi economici e l’instabilità geopolitica legata alla guerra in Siria, all’Isis, alle migrazioni e allo scontro tra Ucraina e Russia. Prendere iniziative durante la transizione “sarebbe non solo controproducente, ma manderebbe anche segnali contrastanti”, ha aggiunto la fonte di Politico. L’incontro, nelle intenzioni e nelle previsioni del presidente, sarebbe dovuto servire a confermare l’impegno verso l’Europa e la Nato. Ora, con Trump, la politica degli Stati Uniti, in questo senso, sembra destinata a cambiare. A preoccupare l’attuale amministrazione e molti governi stranieri sono soprattutto le posizioni che la nuova amministrazione potrebbe prendere sull’Iran, sulla Cina, sugli accordi commerciali, su Cuba e sulla questione mediorientale. Prima delle elezioni, si pensava che Obama avrebbe cercato di chiudere la sua presidenza con un ultimo tentativo di rilanciare i colloqui di pace tra israeliani e palestinesi e che avrebbe pressato il Congresso per l’approvazione dell’accordo commerciale transpacifico (Tpp). Ora, però, Obama non dovrebbe neppure pensare di fare passi del genere, secondo la fonte di Politico.

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Intanto, l’Europa affila le armi contro il neo eletto presidente Usa. “Gli americani in generale non prestano attenzione all’Europa. Per quanto riguarda Trump, ha detto in campagna elettorale che il Belgio è un villaggio da qualche parte nel nostro Continente… in breve dobbiamo spiegare cos’è l’Europa. La mia idea francamente? Con Trump perderemo due anni, il tempo che impiegherà per fare il giro del mondo che non conosce”, ha dichiarato il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker.

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