M5s festeggia referendum ma monta malumore per disastro Regionali

M5s festeggia referendum ma monta malumore per disastro Regionali
Luigi Di Maio
22 settembre 2020

I big del Movimento 5 stelle esultano per la larghissima vittoria del sì al referendum costituzionale, che sancisce l’entrata in vigore della riduzione del numero dei parlamentari (da 945 a 600), rivendicano con orgoglio di essere stati il motore di un taglio che ad altri (al centrodestra nel 2006 e a Matteo Renzi nel 2016) non era riuscito e sorvolano sulle modestissime percentuali ottenuto alle elezioni regionali. Ma il malumore esplode nei post di diversi parlamentari che parlano di “disastro”, “marginalizzazione”, “estinzione” del Movimento. Le cifre delle ultime proiezioni in effetti sono impietose se confrontate con le elezioni regionali del 2015 e ancora di più con le elezioni politiche del 2018, in cui M5s trionfò come primo partito. In Liguria, la regione del fondatore Beppe Grillo, i pentastellati sono all’8,1% contro il 24,8% di cinque anni fa e il 31% del 2018. In Veneto il Movimento è quasi sparito con il 2,7% contro l’11,8% del 2015 e il 25% del 2018. Crollo anche in Toscana e nelle Marche, dove la percentuale supera di poco il 7% contro il 15% e il 21% delle ultime Regionali. Resta di poco sopra al 10% in Campania e Puglia, due regioni dove alle ultime elezioni politiche M5s aveva ottenuto percentuali altissime.

“L`esito di oggi (ieri, ndr) non mi induce allo scoraggiamento ma anzi rende necessaria la consapevolezza che ci troviamo di fronte a una sfida, quella dell`organizzazione sui territori, da affrontare con entusiasmo e determinazione”, commenta il capo politico Vito Crimi in un post sul Blog delle stelle, promettendo che “l`ascolto dei territori, un maggiore raccordo e coordinamento” saranno “un punto centrale del percorso che faremo nei prossimi mesi. Un percorso che comincerà nei prossimi giorni”. E che porterà agli Stati generali – anche se Crimi non li nomina – dove si scioglierà il tema della leadership. Una leadership che Di Maio vorrebbe collegiale, mentre Alessandro Di Battista sembra voler conquistare per sé con l’appoggio di Davide Casaleggio. Sull’esito delle Regionali il ministro degli Esteri non fa “mistero” che “potevano essere organizzate diversamente anche per il Movimento, con un’altra strategia”.

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Ovvero quella di provare a replicare l’alleanza con il Pd anche sui territori. Posizione questa sostenuta da Grillo e dall’area governista del Movimento. I detrattori fanno notare però che l’esperimento di un’alleanza con i dem è fallito: “Non ci ha fatto vincere in Liguria e neanche in Sardegna dove ci sono state le suppletive per un seggio in Senato che prima era nostro”, attacca la senatrice Barbara Lezzi, pugliese, fervente sostenitrice insieme a Di Battista – che non a caso solo in Puglia si è speso in un comizio elettorale – della corsa solitaria del Movimento in Puglia con Antonella Laricchia. Per i big tuttavia, Di Maio in testa, oggi è il momento di festeggiare. Innanzitutto perché sono state respinte quelle “forze non meglio identificate” che “si sono unite sotto il vessillo del No con il solo scopo di colpire il governo e il sottoscritto”, dice Di Maio, raggiungendo la sala della Lupa della Camera per parlare con la stampa dopo la dichiarazione del capo politico Crimi. “Qualcuno – dice Di Maio – sperava nella vittoria del No perché sperava nella nostra sconfitta, nella mia sconfitta perché prevaleva una narrazione per cui si trattava di un voto su di me e su M5s. Ha vinto il Sì e con una ragguardevole affluenza”.

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A Montecitorio accorrono anche i deputati Vittoria Baldino e Francesco D’Uva, le senatrici Alessandra Maiorino e Paola Taverna, la sottosegretaria all’Economia Laura Castelli, i ministri Stefano Patuanelli e Lucia Azzolina, gli europarlamentari Laura Agea e Fabio Castaldo. Insieme a Di Maio fanno una foto su uno dei terrazzi del Palazzo, Di Maio la posta su Facebook e il commento del ministro degli esteri è: “Noi ci siamo e continueremo ad esserci. Per il Paese, per gli italiani. E oggi, ancora una volta, l`abbiamo dimostrato”. Una fotografia che si scontra col malumore che monta sui social. Ignazio Corrao, europarlamentare M5s, è durissimo: “Che ci sia euforia, tra i miei colleghi, per il risultato del referendum lo trovo fuori luogo e fuorviante. Perché oggi dovremmo tutti stare a testa bassa e riflettere su come ci siamo ridotti a questi numeri e quali sono le responsabilità. Oggi si registra una disfatta senza precedenti del M5s, che dopo aver dimezzato le percentuali alle europee l`anno scorso continua a correre a velocità spedita verso il fondo”. E aggiunge: “Se non si svolta immediatamente (un congresso in realtà andava fatto dopo il disastro delle europee) e si va avanti così, il futuro del fu M5s è qualcosa di simile all`UDEUR”.

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