Massacro a Villa Pamphili: madre e figlia uccise e abbandonate tra i rovi
Un pomeriggio di sport e svago si è trasformato in un incubo a Villa Pamphili, il terzo parco pubblico più grande di Roma. Sabato scorso, in due momenti distinti e a poche centinaia di metri di distanza, sono stati scoperti i corpi senza vita di una bambina di circa sei mesi e di una donna quarantenne, presumibilmente madre e figlia.
La cronaca dell’orrore
Il primo ritrovamento risale alle 16:30, quando due donne che passeggiavano nel parco hanno notato tra i rovi quello che inizialmente sembrava un bambolotto. “Sembrava una bambola, non avrei mai pensato che si potesse trattare di un essere umano”, racconta ancora sconvolto uno dei testimoni. Il corpicino della neonata, con carnagione e capelli chiari, presentava lividi e lesioni su braccia e gambe, nascoste tra le sterpaglie in una zona in discesa del parco, lato via Leone XIII.
Tre ore e mezza dopo, verso le 20, un secondo macabro ritrovamento ha gelato il sangue agli investigatori già sul posto. Una famiglia impegnata in una partita di pallavolo ha scoperto il cadavere di una donna avvolto in un sacco nero, con un braccio e una gamba che sporgevano dal contenitore. “Spuntava un braccio, il sinistro, era come ripiegato sulla testa”, racconta la testimone che ha dato l’allarme. “Aveva una canottierina chiara addosso. Appena l’ho vista ho capito subito che era morta”.
L’indagine della procura
Il sostituto procuratore Antonio Verdi e il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini hanno immediatamente avviato le indagini per duplice omicidio aggravato. Le identità delle vittime sono state accertate grazie agli esami del DNA e alle impronte presenti nella banca dati delle forze dell’ordine. Entrambe le vittime erano conosciute nella zona e qualcuno aveva già segnalato la loro scomparsa.
Un elemento cruciale emerge dall’esame preliminare dei corpi: la donna è morta diverse ore prima della bambina, come testimonia il diverso stato di decomposizione. Sul corpo della donna non sono state rilevate ferite evidenti, mentre i segni sulla piccola potrebbero essere dovuti all’abbandono tra le sterpaglie.
La pista investigativa
Gli inquirenti hanno concentrato le loro attenzioni su un uomo dell’Est Europa che sarebbe legato alle due vittime. L’autopsia, fissata per martedì, dovrà chiarire le cause e l’orario preciso dei decessi. Non si esclude che la tragedia sia legata a una vicenda di degrado ed emarginazione sociale, con la possibilità che le vittime fossero senza fissa dimora.
La squadra mobile sta analizzando le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti nell’area circostante il parco. Tra le testimonianze raccolte, emerge il racconto di una “donna vestita di nero” vista aggirarsi nei giorni scorsi intorno a Villa Pamphili, che si dava colpi alla testa.
Un parco nel mirino degli investigatori
Gli investigatori dello SCO stanno mappando tutti gli ettari di verde della storica villa, cercando di ricostruire gli spostamenti e i possibili percorsi che hanno portato all’abbandono dei corpi. L’assenza di telecamere all’interno del parco rende più complessa la ricostruzione degli eventi, mentre la polizia scientifica ha ampliato l’area perimetrata alla ricerca di prove e indizi.
La vicinanza dei luoghi di ritrovamento – appena 200 metri in linea d’aria – e il breve lasso di tempo tra le due scoperte fanno propendere per un collegamento tra i due omicidi, anche se gli inquirenti mantengono aperta l’ipotesi di due delitti distinti.
Il dolore dei testimoni
Le testimonianze raccolte restituiscono il dramma di chi si è trovato davanti a una scena di morte inaspettata. “Stavamo giocando a pallavolo, poi una delle ragazze si è appartata per i suoi bisogni e si è messa a urlare”, racconta una testimone. “Dalle risate e gli scherzi alle urla e l’orrore in un attimo”.
Il caso di Villa Pamphili si inserisce nella drammatica cronaca nera della capitale, portando morte e violenza in uno dei luoghi più frequentati da famiglie, runner e turisti. L’autopsia di martedì sarà determinante per chiarire la dinamica del duplice omicidio e per dare un volto definitivo a questo inquietante mistero romano.