Mediobanca rinvia l’assemblea su Banca Generali: intrighi e strategie nel mondo finanziario italiano

Il 25 settembre diventa la nuova data cruciale per l’offerta pubblica di scambio su Banca Generali, mentre si attende il parere di Assicurazioni Generali. Dietro la decisione, interessi incrociati e tensioni tra i soci.

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L’assemblea straordinaria di Mediobanca, inizialmente prevista per domani, è stata posticipata al 25 settembre. La decisione, annunciata dopo un consiglio di amministrazione straordinario convocato oggi, ha sorpreso gli osservatori del settore finanziario. L’obiettivo dichiarato? Consentire ai soci che detengono partecipazioni sia in Mediobanca che in Assicurazioni Generali di valutare meglio l’operazione proposta, ovvero lo scambio tra il 50,02% di Banca Generali e il 6,5% delle azioni Generali detenute da Mediobanca.

Nonostante il rinvio, l’offerta pubblica di scambio (OPS) resta valida in ogni sua parte, come precisato dalla stessa banca guidata da Alberto Nagel. “L’attività di engagement pre-assembleare ha confermato l’esistenza di un largo supporto del mercato all’OPS”, ha dichiarato Mediobanca, citando anche i pareri favorevoli unanimi dei proxy advisors. Tuttavia, la situazione appare più complessa di quanto sembri.

Il ruolo chiave di Assicurazioni Generali

Al centro della vicenda c’è Assicurazioni Generali, il cui parere è considerato essenziale per il successo dell’operazione. Generali ha avviato solo il 12 giugno scorso il processo di analisi dell’offerta, e le interlocuzioni sono ancora in corso. Lo slittamento dell’assemblea permetterà di chiarire eventuali dubbi e di evitare astensioni che potrebbero compromettere il raggiungimento della soglia minima del 50+1% richiesta da Mediobanca per il perfezionamento dell’OPS.

Tra i soci coinvolti, emergono nomi di spicco come Benetton e Delfin, società di investimento controllata dalla famiglia Del Vecchio. Proprio quest’ultima, con il 10,05% di Generali e il 20% di Mediobanca, ha espresso posizioni divergenti: durante il cda odierno, i due consiglieri rappresentanti Delfin hanno votato uno contrario e uno si è astenuto.

Le perplessità di Caltagirone e altri soci

Francesco Gaetano Caltagirone, imprenditore romano con il 10% di Mediobanca e il 6,9% di Generali, si è schierato apertamente contro l’operazione. In una nota inviata alla Consob, Caltagirone aveva già chiesto un rinvio dell’assemblea, criticando l’offerta per “incompletezza e indeterminatezza”. Le sue preoccupazioni riflettono quelle di altri soci, che temono ripercussioni negative sul valore delle loro partecipazioni.

Anche Delfin aveva sollevato perplessità, sottolineando la necessità di ulteriori chiarimenti sulla strategia industriale e finanziaria dell’operazione. Questi dissensi interni evidenziano la delicatezza della situazione e l’importanza di mediare tra interessi diversi.

Un contesto bancario complesso

La decisione di Mediobanca di rinviare l’assemblea si inserisce in un contesto più ampio di riassetto del settore bancario italiano. La banca è obbligata a convocare l’assemblea in virtù della cosiddetta passivity rule, legata all’offerta pubblica di scambio lanciata da Mps su Piazzetta Cuccia. Questo ulteriore elemento aggiunge un livello di complessità al quadro, rendendo difficile prevedere gli sviluppi futuri.

Non è escluso che l’assemblea del 25 settembre possa non tenersi affatto, qualora si risolvano entro quella data le incertezze legate all’offerta di Mps. Un epilogo del genere metterebbe fine a uno dei capitoli più intricati del “risiko” bancario italiano, che vede protagonisti alcuni dei principali istituti del Paese.

Una partita aperta

Il rinvio dell’assemblea di Mediobanca segna una tappa importante, ma non definitiva, in una vicenda che continua a tenere banco nel mondo finanziario italiano. Con Assicurazioni Generali al centro delle attenzioni e soci divisi tra favorevoli e contrari, l’operazione su Banca Generali rimane un banco di prova per la capacità di mediazione e lungimiranza strategica dei protagonisti coinvolti.

Il 25 settembre sarà quindi una data cruciale, ma non necessariamente conclusiva. Nel frattempo, il mercato attende con trepidazione nuovi sviluppi, consapevole che le decisioni prese in questa fase potrebbero ridisegnare gli equilibri del settore bancario nazionale.