Meloni a pranzo con Mattarella. Pnrr al centro del colloquio

Meloni a pranzo con Mattarella. Pnrr al centro del colloquio
Sergio Mattarella e Giorgia Meloni
31 marzo 2023

L’incontro, assicurano da palazzo Chigi, era programmato da tempo, già da una settimana. Fatto sta che l’invito a pranzo arrivato da Sergio Mattarella alla presidente del Consiglio fa saltare la sua agenda e costringe Giorgia Meloni a rinunciare a partecipare, insieme agli alleati Tajani e Salvini, alla chiusura della campagna elettorale di Massimiliano Fedriga a Udine. “Il colloquio si è protratto più del previsto”, la spiegazione.

Alla fine, dall’una e dall’altra parte, si sottolinea il clima di “cordialità e collaborazione”, così come dal Quirinale si ribadisce come sia fisiologico che vi siano rapporti tra il presidente della Repubblica e quello del Consiglio. Ma il menù dell’incontro, che il governo definisce un ampio giro di orizzonte dopo i primi mesi di lavoro dell’esecutivo, avrebbe avuto come piatto principale un tema che al capo dello Stato sta molto a cuore: lo stato di attuazione del Pnrr. Spesso Mattarella ricorda che si tratta di una occasione da non sprecare. Lo ha ripetuto appena una settimana fa, quando alla prima conferenza nazionale delle Camere di Commercio a Firenze, ha citato De Gasperi e l’appello che rivolse nel Dopoguerra: “E’ il momento per tutti, a partire dalla realizzazione del Pnrr, di mettersi alla stanga”.

In questi sette giorni il Recovery è stato oggetto di intense interlocuzioni tra l’esecutivo e Bruxelles che, il 27 marzo, ha concesso all’Italia “a seguito degli incontri del ministro Raffaele Fitto e il Commissario Ue per l’Economia, Paolo Gentiloni, e con la task force della Commissione Ue” di prolungare di un mese la fase di verifica prima del via libera alla terza rata, mettendo sotto i riflettori alcune opere che – come si sottolineava in una nota di palazzo Chigi – erano state “approvate dal precedente governo”, ovvero dallo stesso Mario Draghi che Mattarella aveva chiamato a guidare l’esecutivo proprio per portare a compimento quel piano di aiuti così importante e cospicuo per l’Italia.

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La chiamata in causa dell’ex premier è stata considerata dall’opposizione come un tentativo di scaricare sull’ex numero uno della Bce i ritardi e, secondo indiscrezioni non smentite, due giorni fa ci sarebbe stata anche una telefonata di chiarimento tra Meloni e il suo predecessore. Anche oggi, nel videocollegamento con il comizio di chiusura per le Regionali in Friuli Venezia Giulia, la premier ha sottolineato che il governo ha promosso “un lavoro capillare e certosino per rimodulare un Pnrr, che non abbiamo scritto noi, ma sul quale invece noi non stiamo facendo altro che cercare di renderlo compatibile con quello che era stato scritto, ma anche con priorità nuove per la nostra nazione, a partire dal tema della sicurezza energetica”.

D’altra parte, nel governo, si sottolinea abbastanza apertamente che la stessa Europa avrebbe cambiato atteggiamento, mostrandosi meno indulgente con Meloni di quanto non fosse con Draghi. “Stiamo lavorando perchè i progetti si possano attuare”, garantisce il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Che però aggiunge: “La Commissione prima deve mettersi d’accordo con se stessa perchè se aveva approvato dei progetti qualche mese fa e ora dice che non va bene più…”.

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