Mes, ancora tensioni nel governo. Bruxelles pensa a rinvio ma è difficile

Mes, ancora tensioni nel governo. Bruxelles pensa a rinvio ma è difficile
Luigi Di maio e Dario Franceschini
30 novembre 2019

Il meccanismo europeo di stabilità continua a tenere banco ma soprattutto continua a far lievitare lo scontro all’interno della maggioranza del governo conte 2. Il Mes “come tanti altri trattati, ha bisogno di tanti miglioramenti” precisa Luigi Di Maio facendo, sostenzialmente un passo indietro e allo stesso tempo, prendendo le distanze dal premier, Giuseppe Conte, che proprio sul Mes riferirà lunedì alle 15.30 in Parlamento. “Il Mes – aggiunge il ministro degli Esteri – e’ solo una parte: c’e’ l’Unione bancaria, c’e’ l’assicurazione sui depositi. Quando avremo letto tutto, potremo verificare se il pacchetto convenga all’Italia oppure no. Secondo me, e’ sano per l’Italia non accelerare in maniera incauta ma difendere i propri interessi, aspettando la fine dei negoziati anche su tutti gli altri aspetti di questo pacchetto”. E in merito all’Unione bancaria l’ex vice premier evidenzia che “Cosi’ com’e’ scritta, mi preoccupa ancor piu’ del Mes”. In sostanza, per il capo politico 5stelle, “no a firme al buio, valuteremo tutto il pacchetto”, aggiungendo che “anche il Ministro Gualtieri lo ha detto: in questo momento il negoziato ha tutte le possibilita’ di poter migliorare questo trattato”. Il premier Conte dal canto suo, fa sapere che sul Mes non ci sarà “nessuna battaglia, è una informativa doverosa al Parlamento da parte del presidente del Consiglio”. poi spiega: “Dopodomani mi confronterò, mi è stato chiesto, sarà sempre così. Il presidente del consiglio ci sarà sempre quando c’è da dialogare con il Parlamento” conclude il premier.

Il Partito Democratico coglie la palla in balzo  per replicare a Di Maio. In campo, l’alleato di governo, Dario Franceschini. “Sul Mes in queste ore ci giochiamo la credibilita’ del Paese, l’andamento dello spread e dei mercati – dice il ministro per i Beni culturali -. Non si puo’ giocare con il fuoco. Prendo per buone le parole di Di Maio e da qui a lunedi’ vedremo se alle intenzioni seguiranno i fatti e i comportamenti, perche’ ci sono anche i comportamenti in politica”. Più duro invece Graziano Delrio. “Siccome non ci sono elementi di merito che mettono in discussione la nostra sovranita’ nazionale, e’ molto importante che diamo una dimostrazione di serieta’ e affidabilità – tuona il capogruppo Pd alla Camera -. Io mi aspetto che le legittime critiche del nostro alleato non portino a provocare una crisi di credibilita’ per il Paese. Questo sarebbe grave, per i cittadini e per la serieta’ con cui viene visto il nostro governo”. Gongola, intanto, Matteo Salvini, sottolineando che “sul Mes si e’ aperto il dibattito, e finalmente gli Italiani ne sanno qualcosa, solo grazie alla Lega”. “Bene risveglio di Di Maio, contiamo sulla coerenza dei 5 Stelle e di parte del Pd, Conte invece da tempo non difende piu’ l’interesse nazionale italiano”, afferma il leader del Carroccio.

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Intanto a Bruxelles si pensa di rinviare l’approvazione del trattato sul meccanismo europeo di stabilita’, ma appare difficile. I leader da tempo si sono dati come scadenza dicembre 2019 per il via libera alla riforma e la posizione dell’Italia complica tutto. In ogni caso, uno stallo sulla riforma del Mes non andrebbe a vantaggio dell’Italia. E’ quanto trapela da fonti europee nelle ore dello scontro politico a Roma sulla riforma del meccanismo europeo di stabilita’. Secondo Bruxelles, la sostanza della riforma del Mes, e’ vantaggiosa per l’Italia rispetto alle attuali regole del fondo salva-Stati. Il Mes e’ destinato a svolgere la funzione di backstop (rete di sicurezza) comune se il Fondo unico di risoluzione delle banche dovesse esaurire le risorse finanziarie. La possibilita’ per un paese in difficolta’ di ottenere una linea di credito precauzionale viene inoltre facilitata, in particolare per chi rispetta le regole del Patto di Stabilita’. Il bilancio della zona euro inoltre, dovrebbe aiutare i paesi a bassa crescita e che non hanno margini per politiche espansive perche’ devono proseguire il risanamento dei conti pubblici.

Insomma, il pacchetto serve soprattutto ai paesi piu’ fragili, si sottolinea. La Germania ha le risorse per salvare le sue banche da sola in caso di necessita’, contrariamente ai paesi a alto debito. Vista da Bruxelles, insomma, imponendo un rinvio o uno stallo sul Mes e il resto del pacchetto, l’Italia farebbe un danno a se’ stessa. Durante il negoziato “sono state cancellati tutti i riferimenti alla ristrutturazione automatica del debito”, avevano detto all’Agi alcuni giorni fa fonti della Commissione: “il testo sarebbe stato pericoloso se fosse passata la linea dei paesi come l’Olanda che insistevano per l’automatismo. Ma sono stati sconfitti”. Vista da palazzo Berlaymont, anche la questione delle clausole di azione collettiva (Cacs) “single limb” – che abbassano le soglie della maggioranza di investitori necessaria a procedere una ristrutturazione volontaria del debito – viene inutilmente drammatizzata. La Commissione inoltre, e’ pronta a sostenere l’Italia su un’altra questione considerata piu’ importante per il settore bancario che si gioca nel negoziato sulla garanzia europea dei depositi: la proposta tedesca di requisiti di capitale delle banche in base al rating dei titoli pubblici che detengono e’ giudicata inaccettabile dall’esecutivo comunitario. E anche la Francia, oltre all’Italia, e’ contraria.

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La data chiave per capire quello che succedera’ e’ il 4 dicembre, quando i ministri delle Finanze dei 19 si riuniranno a Bruxelles per il vertice Eurogruppo. Secondo quanto risulta, la discussione sulla modifica del trattato del Meccanismo Europeo di Stabilita’ e’ ancora aperta, in particolare sull’opportunita’ di introdurre un annesso sulla sostenibilita’ del debito e le clausole di azione collettiva (Cacs) in caso di ristrutturazione del debito. La questione sara’ affrontata appunto all’Eurogruppo quando ci sara’ anche la discussione sulla finalizzazione del bilancio della zona euro per competitivita’ e crescita e sulla road map per arrivare a un meccanismo europeo di garanzia dei depositi. Secondo quanto si e’ appreso, la bozza del nuovo trattato Mes non ha subito modifiche significative rispetto a quella su cui e’ stato trovato un accordo a giugno e che e’ stata pubblicata. Tuttavia alcuni paesi, come la Germania, avrebbero avanzato ragioni costituzionali interne per rafforzare le disposizioni contenute nel trattato sulle clausole Cacs, che nella bozza di giugno venivano richiamate nel preambolo.

Un altro gruppo di Stati membri, invece, vorrebbe escludere dal trattato l’annesso su sostenibilita’ del debito e clausole Cacs. Dopo i negoziati tecnici a livello di Euro Working Group – il gruppo di lavoro dove siedono i rappresentanti dei ministeri delle Finanze – ci si attende che le scelte sull’annesso siano fatte a livello politico dai ministri dell’Eurogruppo. In termini generali, Bruxelles ritiene che il compromesso che si sta delineando sia favorevole all’Italia. La riforma del Mes, infatti, include il backstop per il Fondo unico di risoluzione delle banche e un accesso facilitato alle linee di credito in caso di necessita’. Quanto alle clausole Cacs “single limb”, verrebbero introdotte come misura di riduzione dei rischi e per scoraggiare l’azzardo morale. Tuttavia i diversi strumenti del Mes – che e’ anche la porta di accesso allo scudo anti-spread (il programma Omt) della Banca centrale europea – dovrebbero permettere di non dover fare ricorso alle clausole Cacs se non come estrema ratio. Un rinvio insomma, e’ il senso del ragionamento che si fa a Bruxelles, se anche riuscisse a passare, non andrebbe a vantaggio dell’Italia.

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