Montanari silura Pisapia: no alla lista unitaria se guarda al Pd

Montanari silura Pisapia: no alla lista unitaria se guarda al Pd
Tomaso Montanari, docente universitario, presidente di Libertà e Giustizia
28 settembre 2017

Alla fine forse andranno insieme in una lista unitaria, ma a sinistra del Pd per ora ognuno immagina un percorso diverso. Oggi il ruolo del guastatore tocca a Tomaso Montanari, docente universitario, presidente di Libertà e Giustizia. Nel suo blog su HuffPost chiarisce che lui e Anna Falcone, promotori nel giugno scorso dell’assemblea al teatro romano Brancaccio, non vogliono sentir parlare di centrosinistra. Mdp sta riflettendo, dice Montanari, ma “se rimarrà attuale il progetto di sostanziale convergenza con il Pd siglato dalla leadership di Giuliano Pisapia, allora sarà evidentemente impossibile camminare insieme. In caso contrario, la lista unitaria potrà diventare reale”. Se non è un diktat poco ci manca, anche perché preannuncia che non parteciperà a riunioni e assemblee convocate e/o annunciate unilateralmente, come quella del 19 novembre della quale ha parlato Massimo D’Alema sul Corriere. Nicola Fratoianni è molto vicino alle idee di Montanari, ma da segretario di Sinistra italiana la sua è una linea leggermente più prudente. “Credo, come dice Montanari, che sia necessario lavorare a una lista unitaria. Perché abbia successo e produca partecipazione e consenso, serve – osserva l’ex delfino di Nichi Vendola – una prospettiva chiara di alternativa ai poli che occupano la scena politica: centrodestra, Pd e 5 stelle. E che si fondi su un processo democratico”.

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Per Fratoianni “il problema non è Renzi, ma le politiche sbagliate fatte finora, quindi anche se domani ci fossero Orlando e Minniti” non si può immaginare una riconciliazione col Pd. Il listone di sinistra, quindi, dovrà essere “naturalmente indisponibile, il giorno dopo le elezioni, ad allearsi con un partito che rivendica il Jobs act, la Buona scuola e lo Sblocca Italia. Poi io non dico mai ‘mai’, perché mi sembra prescinda dalla realtà ma una alleanza con una forza che è in continuità con le politiche disastrose di questi anni non la posso fare”. Marco Furfaro di Campo progressista, stretto collaboratore di Pisapia, parla di “veto inaccettabile: siamo passati dal definirsi per contrarietà a Renzi al definirsi per contrarietà a Pisapia”. Per l’esponente di Cp “sembra chiaro che Montanari vuole fare il listone che raggruppa il ceto politico di tutta la sinistra, noi vogliamo una cosa più grande”. Poi l’affondo personale: “Ricordo che quando Montanari decantava il renzismo alla Leopolda Pisapia è diventato sindaco battendo il Pd alle primarie”, dice. Una fonte vicina a Pisapia, che parla a condizione di rimanere anonima, è ancora più secca: “Ha ragione Montanari, le strade di Campo progressista e di Montanari & compagnia sono incompatibili”, sentenzia. Gli fa eco di fatto Franco Monaco, deputato del Pd e contemporaneamente tra gli animatori dell’iniziativa di Pisapia. A suo giudizio Montanari e Fratoianni sono “incompatibili con Campo progressista”. Quindi, avverte, “sono D’Alema e Mdp, non Pisapia, ai quali è richiesto il coraggio di sciogliere tale manifesta contraddizione”.

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Entusiasta dal lato opposto del dibattito la reazione di Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione comunista, alle parole di Montanari. “Credo – commenta – che per Montanari incompatibile sia un complimento. Occorre prendere atto dell’incompatibilità tra la relazione del Brancaccio fatta da Montanari e le posizioni politiche di Campo progressista e Mdp. Prima se ne prende atto prima si comincia a costruire una sinistra in Italia che abbia qualcosa in comune con Podemos, Syriza, la Francia ribelle di Mélenchon e lo stesso Corbyn. Invito Montanari a tirare dritto, c’è un popolo da guadagnare”. Più bassi i toni di Arturo Scotto di Articolo 1-Mdp: “Penso – dice a proposito della posizione di Montanari – occorra fare una proposta unitaria di una sinistra popolare e di governo. Senza ‘i tornelli’ ma che abbia un punto fondativo: la democrazia e la partecipazione dei cittadini”. Su Pisapia l’ex capogruppo di Sel vede in corso “un processo alle intenzioni: Pisapia ha detto che lavorerà per una proposta alternativa a quelle esistenti in campo, sarebbe ora di cominciare a confrontarsi sui contenuti e non sul posizionamento”. Poi lancia un appello a entrambi i contendenti: “Parlo a Montanari ma anche a Pisapia: non possiamo perdere il tempo a parlare di noi mentre la destra parla alla società, in Italia e in Europa, con ricette sbagliate e pericolose”.

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