Videoconferenza leader Ue su situazione pandemia Covid-19

Videoconferenza leader Ue su situazione pandemia Covid-19
21 gennaio 2021

E’ in corso dalle 18 la nona videoconferenza dei capi di Stato e di governo dell’Ue dedicata alla situazione della pandemia di Covid-19. Non sono previste conclusioni scritte, ma una conferenza stampa online con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen al termine delle discussioni. I leader faranno il punto della situazione della pandemia dopo le feste natalizie, discuteranno delle nuove misure e decisioni che potrebbero essere prese, e in particolare dei rischi legati all’apparizione delle nuove varianti dovute alle mutazioni del virus. E si cercherà di migliorare ulteriormente il coordinamento fra gli Stati membri. Si discuterà naturalmente anche di vaccini e degli sviluppi nelle campagne di vaccinazione, su come migliorare e aumentare la produzione, la distribuzione la consegna e la somministrazione delle dosi.

La Commissione presenterà la sua comunicazione, adottata martedì scorso, in cui invita gli Stati membri ad accelerare le vaccinazioni in tutta l’Ue fissando due obiettivi: entro marzo 2021 si dovrebbe vaccinare, in ogni Stato membro, almeno l’80% dei “gruppi prioritari”, ovvero le persone di età superiore a 80 anni e gli operatori del settore sanitario e dell’assistenza sociale; entro la prossima estate, poi, gli Stati membri dovrebbero aver vaccinato almeno il 70% della totalità della popolazione adulta. La comunicazione della Commissione sottolinea inoltre l’esigenza urgente di aumentare sostanzialmente il sequenziamento del genoma del virus, che dovrebbe riguardare “almeno il 5%, e preferibilmente al 10%” dei test risultati positivi, in modo da individuare più facilmente e rapidamente le nuove varianti.
Attualmente molti Stati membri stanno testando per il sequenziamento meno dell’1% dei campioni.

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Un altro punto importante emerso recentemente, dopo una proposta del premier greco Kyriakos Mitsotaki, è quello relativo ai certificati vaccinali. L’intenzione, si tiene a precisare a Bruxelles, non è quella di arrivare subito a decisioni operative, che sarebbero premature, sull’uso dei certificati, ad esempio in sostituzione dei test (lasciando comunque libera la scelta fra le due opzioni) per poter viaggiare. E’ necessaria prima una discussione approfondita, in particolare sul riconoscimento reciproco dei certificati fra gli Stati membri, e sul tipo di vaccini che possono essere oggetto della certificazione (se solo quelli autorizzati nell’Ue, o anche di altri). Inoltre, è evidente che prima di poter usare i certificati come opzione alternativa ai test bisognerà che sia stata vaccinata una parte molto più larga della popolazione, e bisognerà anche accertare che i vaccini eliminino anche la possibilità di contagio, oltre a immunizzare contro i sintomi della malattia. E’ chiaro, in ogni caso, che non si prospetta una obbligatorietà dei certificati vaccinali, perché renderebbe obbligatoria la vaccinazione. Infine, si parlerà della “solidarietà vaccinale” con i paesi terzi più poveri, in particolare quelli del vicinato, Balcani e Africa.

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