Ondata influenzale aggiunge pressione agli ospedali già sotto stress

Ondata influenzale aggiunge pressione agli ospedali già sotto stress
5 gennaio 2024

L’inizio del nuovo anno ha portato un ulteriore carico di pressione sugli ospedali e i pronto soccorso, non tanto a causa dei ricoveri da Covid, che continuano a diminuire, ma per l’aumento delle forme influenzali gravi, spesso accompagnate da polmoniti, persino tra i soggetti più giovani. Questo scenario emergente è confermato dai dati dei centri ospedalieri di sorveglianza della Federazione delle aziende sanitarie (Fiaso), sollecitando gli infettivologi a sottolineare l’importanza delle vaccinazioni anche in questa fase.

La Fiaso rileva un calo degli ingressi ospedalieri legati al Covid, con un complessivo -16% nell’ultima settimana del 2023, e un basso numero di pazienti nelle terapie intensive. Tuttavia, si osserva un incremento di casi a lungo termine tra coloro che hanno contratto il virus nelle settimane precedenti, con pazienti mediamente di 68 anni e il 93% affetti da altre patologie. La situazione negli ospedali pediatrici mostra una predominanza di bambini ricoverati per Covid o sindromi respiratorie associate al virus, con solo un caso di bambino in terapia intensiva. Tuttavia, secondo il presidente della Fiaso, Giovanni Migliore, il Covid sembra cedere spazio all’influenza, che sta colpendo maggiormente anziani e soggetti fragili, affollando i pronto soccorso.

L’influenza di quest’anno sembra avere un impatto più significativo rispetto agli anni passati, portando a un aumento di ricoveri per polmonite anche tra persone giovani e in buona salute. Il direttore del reparto di Malattie infettive all’Azienda ospedaliero-universitaria pisana, Marco Falcone, nota un aumento di polmoniti influenzali complicatesi con sovrainfezioni batteriche, come Staphylococcus aureus o Pneumococco. Non è ancora chiaro se questa gravità sia dovuta a una riduzione dell’immunità verso il virus dell’influenza dopo due anni di pandemia o a varianti virali più aggressive. Tuttavia, tra le conseguenze dell’influenza, i medici segnalano una forma di affaticamento prolungato dopo l’infezione, simile al long-Covid.

Le infezioni da Covid si verificano soprattutto tra le persone fragili e immunodepresse, spesso senza un richiamo vaccinale. Per contrastare questa situazione critica, gli esperti invitano a sottoporsi alla vaccinazione, sottolineando che la copertura vaccinale quest’anno è stata insoddisfacente. In diverse regioni, sono previsti Open day per la vaccinazione anti-Covid, come nel Lazio, dove il 6 e 7 gennaio saranno aperte le strutture senza necessità di prenotazione per tutti coloro dai 18 anni in su. Ulteriori Open day sono previsti il 20 e 21 gennaio. L’incidenza delle sindromi simil-influenzali in Italia è estremamente alta, registrando un livello che non si verificava da 15 anni. Sebbene si sia verificato un lieve calo rispetto alla settimana precedente, l’incidenza resta sostanzialmente stabile, spinta da diversi virus circolanti, tra cui il virus influenzale, il Sars-CoV-2 e il virus respiratorio sinciziale.

Secondo Anna Teresa Palamara, direttrice del dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), sebbene i virus influenzali siano preponderanti, la circolazione sostenuta potrebbe continuare nelle prossime settimane, specialmente con la riapertura delle scuole. Palamara consiglia prudenza nei comportamenti, specialmente in presenza di sintomi respiratori, bambini piccoli, anziani o soggetti fragili. La percentuale dei campioni positivi all’influenza risulta in aumento rispetto alla settimana precedente, mentre l’incidenza è in leggero aumento solo nei bambini al di sotto dei cinque anni. Tutte le Regioni registrano un’incidenza delle sindromi simil-influenzali sopra la soglia basale, ad eccezione della PA di Bolzano. La situazione è particolarmente critica in cinque Regioni, dove si è raggiunta la soglia di intensità “molto alta” dell’incidenza delle sindromi simil-influenzali (Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Umbria, Abruzzo, Campania).

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