Rabbit di Koons opera d’arte più costosa della storia

16 maggio 2019

“Rabbit”, il gia’ celebre coniglio di plastica gonfiabile in acciaio realizzato nel 1986 dello statunitense Jeff Koons, e’ ora l’opera d’arte piu’ costosa della storia tra gli artisti viventi. Per i critici d’arte, a cominciare dalla casa Christie’s, che lo ha battuto all’asta per una cifra record di 91,1 milioni di dollari, si tratta di una delle sculture iconiche della storia dell’arte del secolo scorso, un’opera fondamentale, carica di significati e contraddizioni che poi sono le stesse della societa’ contemporanea. Il coniglietto, alto 91,4 centimetri, e’ una scultura realizzata con un calco in acciaio inossidabile che gli da’ quella lucentezza minimalista, facendolo apparire come il protagonista di un cartone animato.

Per i critici il “Rabbit” e’ allo stesso tempo “carino e imponente, divertente e frivolo, esuberante e perfetto, vacuo, monouso e immortale”. Come pochi altri lavori della sua generazione, il coniglio di Koons e’ diventato una creazione riconoscibilissima, riprodotta decine di volte su copertine di libri, riviste e cataloghi di mostre ai quattro angoli del pianeta. E’ stato accolto, non solo dagli esperti, come un concentrato di contraddizioni intrinseche – leggero e pesante, duro e morbido – diventate la sua essenza, il suo piu’ grande potere e la sua universalita’ in una societa’ in rapida trasformazione e a sua volta contraddittoria. Allo stesso tempo il vivace “Rabbit” senza volto e’ diventato un vero concentrato di significati e riferimenti ad altre rappresentazioni artistiche – tra cui Disney, Playboy, la Pasqua, l’infanzia, Brancusi, Lewis Carroll, i ready-made di Duchamp, i Silver Clouds di Andy Warhol – pur rimanendo impassibile nella sua apparenza e distaccato. E’ stato un po’ tutti e nessuno allo stesso tempo.

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Il coniglio si colloca nel periodo creativo in cui il suo inventore ha realizzato opere considerate da critici di carattere neo-geo, ma soprattutto giudicate come kitsch. Si tratta di opere che riproducono oggetti comuni, quali giocattoli e soprammobili, ma il “Rabbit” e’ diventato la scultura piu’ rappresentativa della serie denominata “Statuary”, accanto al busto di Luigi XIV, creata lo stesso anno, entrambi calchi in acciaio. Koons ha volutamente scelto un materiale che incarnava i principi di efficienza e durevolezza, un materiale che ossessionava le case moderne.

Essendo un materiale povero simile ai materiali ricchi, come l’argento, usarlo per produrre opere d’arte era utile a stimolare mobilita’ sociale, senza conflitti. La scultura e’ stata creata nel 1986, in tre esemplari, oltre alla prova dell’artista. Quella venduta all’asta proviene dalla Collezione di S.I Newhouse, che non e’ piu’ stata presentata al pubblico dal 1988. Koons, 64 anni, re del kitsch e ex marito di Cicciolina, spesso presentato come il re dell’arte kitsch, con le sue opere illustra ironicamente l’american way of life e la sua tendenza al consumismo. Alla stregua del suo “Rabbit”, viene considerato un’icona dello stile neo-pop oltre ad essere uno degli artisti piu’ ricchi al mondo.

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