Silvia Romano è in Italia, s’è convertita all’Islam. “Sono stata forte e ho resistito”

10 maggio 2020

Silvia Romano è arrivata a Roma: l’aereo che ha portato la cooperante italiana rapita in Kenya e liberata ieri è atterrato all’aeroporto di Ciampino. Si tratta della cooperante italiana di “Africa Milele”, rapita in Kenya il 20 novembre 2018 e di cui non si era saputo quasi nulla fino a ieri, tranne che sarebbe stata tenuta prigioniera in Somalia da un gruppo vicino ad al-Shabaab, i terroristi somali affiliati ad al-Qaeda. Silvia Romano, 24 anni, è scesa dalla scaletta dall’aereo dell’Aise che l’ha riportata in Italia con mascherina bianca e guanti monouso azzurri.

La cooperante italiana è scortata da agenti dei servizi segreti, in tuta nera che copre loro il volto e anche loro con dispositivi di protezione. Silvia ha salutato con la mano procedendo in abito lungo di foggia islamica e per qualche istante ha abbassato la mascherina mostrando il sorriso. Emozionante il forte abbraccio con i familiari e poi il saluto con il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Saluti rigorosamente con i gomiti. “Siamo davvero lieti di aver dato il benvenuto a Silvia – ha detto Conte – in un momento di grande difficoltà che il Paese sta vivendo questo è anche un grande segnale di speranza e di fiducia, che lo Stato c’è, c’è sempre, e non si lascia mai distrarre da tutti quelli che sono i suoi compiti, compiti su tutti i fronti”.

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Il premier ha sottolineato che “abbiamo lavorato tanto, lo Stato in tutte le sue componenti, perché questi risultati si raggiungono solo se c’è una grande dedizione e abnegazione da parte di tutti i comparti interessati”. Inoltre, Conte ha voluto svelare che “durante tutta questa lunga attesa, ovviamente abbiamo avuto dei segnali, delle prove della sua esistenza in vita, ma sono operazioni che vengono condotte col massimo riserbo”. In altre parole, “qualsiasi notizia filtrata prima potrebbe compromettere il buon esito. Eravamo in dirittura d’arrivo da qualche mese, ve lo posso dire, ma sono notizie che sono state sempre mantenute nel massimo riserbo”.

Nel pomeriggio Silvia Romano sarà ascoltata dagli inquirenti nella caserma del Ros. L’atto istruttorio sarà condotto nel pomeriggio dal pm Sergio Colaiocco, che sulla vicenda aveva aperto un’inchiesta per sequestro di persona a scopo di terrorismo, alla presenza degli ufficiali dell’antiterrorismo del Raggruppamento operativo speciale dell’Arma che hanno svolto le indagini. “Sono stata forte e ho resistito”, queste le prime parole di Silvia dopo la liberazione. “Sto bene e non vedo l’ora di tornare in Italia”. L’annuncio della liberazione arriva dal premier Conte, con un tweet. La cooperante milanese della onlus “Africa Milele” era stata rapita il 20 novembre del 2018 in Kenya, nel villaggio di Chakama, a 80 chilometri da Malindi. Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Roma e dai carabinieri del Ros, era tenuta prigioniera in Somalia da uomini vicini al gruppo jihadista Al-Shabaab, l’organizzazione somala affiliata ad Al Qaeda e considerata “ostaggio politico”.

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Silvia Romano dopo essere stata liberata ha detto di essersi convertita all’Islam. Quando gli 007 italiani l’hanno prelevata nello scambio con i rapitori aveva il capo coperto e gli abiti tradizionali delle donne somale, e quando è stata portata nell’ambasciata italiana in Somalia avrebbe detto di non volersi cambiare d’abito perché è “una convertita”, spiega il Corriere della Sera. La ragazza avrebbe poi detto di voler parlare con la madre per spiegarle tutto. Da chiarire anche il caso del riscatto che secondo quanto si apprende sarebbe stato pagato per il rilascio della cooperante rapita oltre un anno e mezzo fa. La notizia dell’adesione all’Islam della giovane dopo mesi di prigionia jihadista era iniziata a circolare mesi fa quando si era ipotizzato che avesse sposato uno dei carcerieri. Silvia Romano parlerà presto anche di questo con i magistrati.

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