Trump nomina giudice supremo, parte battaglia in Senato. Possibile invocare “opzione nucleare”

Trump nomina giudice supremo, parte battaglia in Senato. Possibile invocare “opzione nucleare”
1 febbraio 2017

C’è solo una certezza dopo la nomina da parte di Donald Trump del giudice conservatore Neil Gorsuch al seggio della Corte suprema vacante da quasi un anno: si apre una colossale battaglia per la sua conferma al Senato Usa, che potrebbe produrre una drastica modifica delle regole. In circostanze normali Gorsuch, giudice d’appello federale con sede a Denver, Colorado, un curriculum universitario specchiato targato Ivy League e un passato presso uno degli studi legali più quotati di Washington, sarebbe un candidato conservatore convenzionale alla Corte, che la minoranza democratica del Senato potrebbe di malavoglia accettare. Ma le circostanze non sono normali. Nei 12 giorni in cui Trump è stato alla Casa Bianca, i rapporti tra i due partiti al Campidoglio si sono bruscamente deteriorati e ora i democratici stanno rinviando di proposito la conferma dei più importanti candidati di Trump a occupare posizioni di governo.

L’OSTRUZIONISMO La resistenza si è inasprita dopo le enormi manifestazioni popolari contro l’ordine esecutivo del presidente che vieta l’ingresso negli Usa ai cittadini di sette Pesi musulmani. E si è trasformata in rabbia quando Trump ha rimosso il ministro della Giustizia ad interim Sally Yates, colpevole di aver sfidato l’ordine. Oltre a ciò i democratici non hanno ancora perdonato ai repubblicani, la maggioranza in Senato, di non aver neppure voluto considerare Merrick Garland, il giudice moderato che il presidente Barack Obama aveva scelto per occupare il seggio alla Corte suprema lasciato libero da Antonin Scalia, morto improvvisamente a metà febbraio 2016. Gorsuch subirà un interrogatorio durissimo da parte dei membri della commissione Giustizia del Senato, ma il voto su di lui certamente verrà espresso in base all’appartenenza di partito e la sua conferma dovrà poi passare il vaglio dell’aula. A questo punto, se gli animi dei senatori democratici non si calmano nel giro di poche settimane, andrà in scena il dramma dell’ostruzionismo. I repubblicani controllano il Senato 52 a 48, ma per la conferma di un giudice supremo serve una maggioranza di 60 voti.

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OPZIONE NUCLEARE Se l’impasse persiste (e qualche democratico ha promesso “quattro anni di ostruzionismo”) il capogruppo dei senatori repubblicani Mitch McConnell potrebbe prendere una decisione storica: invocare la cosiddetta “opzione nucleare” e cambiare le regole del Senato, consentendo un voto a maggioranza semplice sul candidato. Questo dopo che i repubblicani hanno usato ampiamente l’ostruzionismo per bloccare per anni candidati e leggi proposte da Obama. Ma anche il capogruppo democratico Chuck Schumer deve fare bene i suoi conti. Se i democratici spingono McConnell all'”opzione nucleare” lo strumento dell’ostruzionismo non sarebbe più disponibile per le future nomine alla Corte suprema, ancora più importanti. Di fatto la conferma di Gorsuch alla massima istanza giuridica Usa segnerebbe un ritorno allo status quo ante: il giudice è un seguace del cosiddetto “originalismo” di Scalia nell’interpretazione della Costituzione Usa. La nomina davvero importante sarebbe la prossima, quando andranno in pensione i membri più anziani della Corte, come i liberali Ruth Bader Ginsburg, 83 anni, e Stephen Breyer, 78 anni, oltre ad Anthony Kennedy, 80 anni. la sostituzione di uno di questi tre giudici con un conservatore garantirebbe una Corte suprema conservatrice forse per una generazione.

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