Victoria Woodhull, la prima donna in corsa per la Casa Bianca. Era il 1872

Victoria Woodhull, la prima donna in corsa per la Casa Bianca. Era il 1872
8 novembre 2016

Hillary Clinton potrebbe diventare, fra qualche ora, la prima donna presidente nella storia degli Stati Uniti. Ma la candidata democratica non è la prima rappresentante femminile a correre per la Casa Bianca. Molto prima di lei, addirittura nel 1872, l’attivista per i diritti delle donne Victoria Woodhull fu la prima a partecipare ad una campagna elettorale presidenziale, circa 50 anni prima che le donne ottenessero il diritto di voto. Nata in Ohio nel 1838, Woodhull è stata un’icona del diciannovesimo secolo per l’emancipazione delle donne, causa per la quale non ha mai smesso di lavorare fino alla sua morte, avvenuta a Londra nel 1927. Woodhull è stata anche la prima donna broker a Wall Street e direttrice di un giornale, pur avendo una reputazione da guaritrice e chiaroveggente, che risale alla passione della madre che per un periodo fece delle sue doti sovrannaturali un lavoro. Nel 1872 fu scelta dall’Equal Rights Party come candidata nella corsa alla Casa Bianca, nominando l’attivista per i diritti umani degli afroamericani Frederick Douglass come suo vice running mate, anche se lui non riconobbe ufficialmente la sua candidatura. Fu appoggiata da sindacalisti e socialisti ma fu contrastata dai conservatori che le diedero battaglia per le sue idee politiche radicali, il suo impegno per ‘l’amore libero’ e il suo approccio progressista sulla sessualità.

Purtroppo alle elezioni presidenziali non raccolse nemmeno un voto, ma all’epoca il risultato apparve quasi scontato, visto che metà della popolazione, quella femminile, non poteva votare, e che si presume i voti a suo favore fossero stati annullati. Ma tutto è difficilmente ricostruibile, mancando documenti dell’epoca che possano provare una discriminazione nei suoi confronti. Non solo. Inoltre il 3 novembre 1872, a pochi giorni dalle elezioni presidenziali, Victoria Woodhull fu arrestata dalle autorità federali, insieme al marito e alla sorella, per un’inchiesta pubblicata sul giornale che dirigeva, in cui si denunciava un caso di adulterio tra il reverendo Henry Ward Beecher (che l’aveva criticata in pubblico per le sue idee progressiste sull’amore libero) e Elizabeth Tilton, moglie di un editore di New York. Sei mesi dopo l’arresto, Woodhull venne rilasciata, ben dopo le elezioni, cui non aveva potuto quindi partecipare per dare visibilità al suo programma di lotta contro le discriminazioni delle donne. Ma da ‘guerrigliera’ quale era, Victoria non scoraggiò e si ripresentò, per la corsa alla Casa Bianca, nel 1884 e nel 1892 , di nuovo senza successo. Da allora si trasferì in Gran Bretagna, continuando a portare avanti la sua battaglia per le donne fino al suo ultimo giorno di vita.

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