Bankitalia frena gli entusiasmi di Renzi: il Pil 2016 sarà più basso delle stime

Bankitalia frena gli entusiasmi di Renzi: il Pil 2016 sarà più basso delle stime
7 giugno 2016

di Filippo Caleri

Anche il realista Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco (foto) si iscrive di diritto nella categoria dei gufi di Renzi. L’istituto di via Nazionale, infatti, nel giorno peggiore di Renzi (alle prese con la giustificazione di un risultato elettorale non lusinghiero) ha portato il peggior affronto al Governo. Ha rivisto al ribasso le stime di crescita del Pil per il 2016 e per il 2017. Ma il sentimento della politica spesso non coincide con i freddi dati, veri e non demagogici, dell’econometria. L’ufficio studi di Banca d’Italia ha così scritto: “Nel primo trimestre di quest’anno il pil è aumentato dello 0,3%, con un lieve rafforzamento rispetto alla fine del 2015; le più recenti informazioni congiunturali indicano una crescita analoga per il trimestre in corso. In media il prodotto aumenterebbe dell’1,1% e accelererebbe all’1,2% sia nel 2017 sia nel 2018”. Il governo, invece ha dato inizialmente una previsione dell’1,6% poi ridotta all’1,2%. Le proiezioni elaborate dagli economisti della Banca d’Italia sono, purtroppo per il premier, insindacabili perché avvengono nell’ambito dell’esercizio coordinato dell’Eurosistema.

“Tali valutazioni sono in linea con quelle delle principali istituzioni internazionali”, ma “rispetto alle proiezioni macroeconomiche pubblicate nel Bollettino economico di gennaio la stima di crescita è stata rivista al ribasso”, dal +1,5% previsto per il 2016 e dal +1,4% per il 2017, “riflettendo soprattutto un più debole andamento dell’economia mondiale”. La domanda interna, ha aggiunto Bankitalia, “sarebbe sostenuta dall’accelerazione dei consumi, favorita dal miglioramento delle condizioni sul mercato del lavoro, e dalla ripresa degli investimenti, che beneficerebbe di condizioni finanziarie favorevoli e, per l’anno in corso, degli incentivi alla spesa in beni strumentali introdotti nell’ultima legge di Stabilità”. L’inflazione, invece, cruccio della Banca Centrale Europea, rimarrà ancora pari a zero nella media di quest’anno per poi risalire solo gradualmente (allo 0,9% nel 2017 e all’1,5% nel 2018), riflettendo i contributi della componente importata e dei prezzi interni, trainati soprattutto dalla ripresa ciclica dei margini di profitto. Al netto della componente energetica, l’indice dei prezzi al consumo aumenterà dello 0,6% nel 2016, dell’1% nel 2017 e dell’1,5% nel 2018. Per quanto riguarda il lavoro, Bankitalia stima che “l’occupazione totale aumenti di circa il 2% nell’arco del triennio 2016-18”.

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