Martina: “In Sicilia serve un nuovo modello organizzativo agricolo”. Crocetta: “L’Europa deve cambiare passo”

Martina: “In Sicilia serve un nuovo modello organizzativo agricolo”. Crocetta: “L’Europa deve cambiare passo”
20 febbraio 2016

In tema di politiche agricole, in Sicilia “ci sono delle occasioni da cogliere. Si sta facendo un bel lavoro a livello regionale e noi dobbiamo supportarlo dal livello nazionale”. Lo ha detto il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina a Palermo in occasione della manifestazione Orizzonti di sviluppo-Mare Terra promossa dall’assessorato regionale siciliano all’Agricoltura e Pesca. “C’è un piano per lo sviluppo rurale da qui al 2020 con risorse importanti – ha proseguito Martina -. E c’è da rimettere mano insieme al modello organizzativo agricolo anche siciliano. Siamo qui per dire che possiamo iniziare questo lavoro e anzi per valorizzare al massimo l’esperienza agroalimentare siciliana che ha una storia e un futuro formidabili”.

Il governatore della Sicilia, invece, ha lanciato un appello- “L’Europa deve cambiare passo. Non è possibile  – ha detto Rosario Crocetta  – che tutti gli accordi internazionali che fa con il mondo intero possono essere pagati dall’agricoltura meridionale”. E ha ricordato che “in questi anni, abbiamo dato impulso al settore agricolo e continueremo a farlo puntando sui giovani. L’agricoltura siciliana è considerata una delle migliori nel mondo”. Per Crocetta la Sicilia non può ”subire l’illecita concorrenza di altri Paesi senza avere, non misure protezionistiche alle quali siamo contrari, ma misure che vanno a integrare i danni prodotti da accordi internazionali e pagati dalla Sicilia in modo forte”. Poi alcune cifre. Nel 2014 l’export biologico della Sicilia nei confronti della Russia “era pari al 7 per cento, le sanzioni nei confronti della Russia per la questione Ucraina hanno impedito quell’export. Chi lo paga?”. Poi parlando dell’accordo Ue-Marocco, Crocetta ha concluso: “Siamo favorevoli al dialogo tra i Paesi del Mediterraneo però non si può fare un accordo in cui l’Europa può esportare tutti i prodotti tecnologici e industriali verso il Marocco, l’Egitto e la Tunisia, permettendo a questi Paesi di importare tutti i loro prodotti agricoli. E’ una cosa che danneggia l’agricoltura greca, spagnola, del sud della Francia e del sud dell’Italia”.

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