Il Cav rompe il silenzio: prima mossa a M5s

Il Cav rompe il silenzio: prima mossa a M5s
Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi
6 marzo 2018

Ci sono volute quasi 48 ore perché commentasse quell’esito elettorale che ha sancito il sorpasso della Lega su Forza Italia e il diritto di Matteo Salvini di reclamare la candidatura a premier della coalizione. Silvio Berlusconi rompe il silenzio con un video messaggio in cui, oltre a dirsi felice per l’alleato, si concentra soprattutto su due aspetti. Uno, il suo partito è stato determinante per il successo della coalizione che ora ha diritto all’incarico di formare il governo. Due, pur nel rispetto dei patti, lui non ha alcuna intenzione di lasciare la scena. Anzi. “Sono felice per Matteo Salvini, sono felice per la Lega con cui siamo stati per lunghi anni al governo e con la quale governiamo da tempo e bene regioni importanti. Da parte mia – afferma – confermo che nel rispetto verso gli alleati e nel rispetto dei patti intercorsi rimango leader di Fi, sarò il regista del centrodestra, sarò il garante della compattezza della coalizione”. Non parla mai esplicitamente del diritto di Salvini a essere premier, anche se garantisce che la promessa sarà mantenuta, ma soprattutto vuole che si sappia che comunque non si tratta di una cessione di sovranità. La prima mossa nel risiko della formazione del nuovo governo sara’ riservata ai Cinque stelle. La strategia messa a punto ad Arcore oggi e’ che dovranno essere i pentastellati a fare un passo avanti. Dovra’ essere Di Maio – questa la linea – a dimostrare di avere i numeri della maggioranza. Per Berlusconi le trattative non dovranno prolungarsi all’infinito ma al momento prima di lanciare la candidatura di Salvini dovranno essere create le condizioni.

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E le condizioni – spiegano i ‘big’ azzurri – passano dalla partita sulla presidenze di Camera e Senato. Salvini questa mattina ha detto no ad accordi partitici ma aperto alla possibilita’ che altri, anche nel campo della sinistra, possano convergere su un programma. Si puntera’ sui singoli parlamentari, si guardera’ ai Cinque stelle ‘espulsi’, agli eletti all’estero ma non e’ possibile alcuna intesa – ha spiegato – con il Pd. E visto che non sono previsti accordi il Carroccio puntera’ ad un proprio uomo a palazzo Madama. Fi, invece, punta ad individuare figure di garanzie per i vertici di Camera e Senato per cercare di sbloccare la partita. Non escludendo che alla fine di un lungo percorso possa arrivare una sponda da parte del Pd. In ogni caso la convinzione dello stato maggiore azzurro e’ che i dem non abbracceranno i Cinque stelle. “Sarebbe un abbraccio mortale”, la premessa. La registrazione del videomessaggio viene fatta dopo che ad Arcore Berlusconi ha riunito lo stato maggiore del partito per fare il punto sull’esito delle elezioni e su cosa fare nei prossimi giorni. Presenti: Antonio Tajani, Gianni Letta, Niccolò Ghedini, Licia Ronzulli, Sestino Giacomoni, Valentino Valentini, Gregorio Fontana, Mariastella Gelmini e Alberto Barachini. E uno dei punti su cui si è insistito è stata proprio la necessità di non far soccombere Forza Italia sotto lo strapotere della Lega.

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Da qui il videomessaggio ma anche due convocazioni: un incontro per mercoledì prossimo di Berlusconi con tutti gli eletti e una giornata politica a villa Gernetto, in programma per il 20 marzo. Perché uno dei temi caldi del vertice è stato anche il rischio di sfaldamento del partito, proprio a spese dell’alleato. Sul banco degli accusati è finito il modo in cui sono state realizzate le liste, troppo sbilanciate a favore del Carroccio a Nord e poco attente sui nominativi al Sud. In pratica, Ghedini versus Gianni Letta che già all’epoca aveva previsto un risultato penalizzante per Forza Italia. Raccontano però che anche la famiglia sia scesa in campo per lamentarsi di come sono state compilate le liste. Pare che nel pranzo del lunedì soprattutto Marina si sia sfogata su questo punto: il ribasso dei titoli aziendali, d’altra parte, è campanello d’allarme a cui sono molto sensibili. Dentro Forza Italia, però, si coltivano anche sospetti sulla reale strategia che Salvini ha in mente. Ci si chiede se abbia davvero intenzione di ricevere l’incarico o se non preferisca piuttosto mandare avanti un governo M5s-Pd, sperando che si schianti presto, per tornare alle urne dopo aver completato l’operazione di cannibalizzazione azzurra. Uno schema che Berlusconi vuole assolutamente evitare.

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