Consip, Lotti rinviato a giudizio per favoreggiamento. Il deputato PD: “Dimostrerò la mia innocenza”

Consip, Lotti rinviato a giudizio per favoreggiamento. Il deputato PD: “Dimostrerò la mia innocenza”
Luca Lotti
4 ottobre 2019

Luca Lotti, ex ministro dello Sport e sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel governo guidato da Matteo Renzi, e’ stato rinviato a giudizio con l’accusa di favoreggiamento per la vicenda Consip. Con lui a processo anche l’ex comandante generale dell’Arma dei carabinieri Tullio Del Sette, e il generale Emanuele Saltalamacchia, gia’ comandante della Legione Toscana. Lo ha stabilito il gup della capitale Clementina Forleo, fissando per il 15 gennaio 2020 l’avvio del procedimento. Sono andati a giudizio anche l’imprenditore Carlo Russo (millantato credito), Filippo Vannoni (favoreggiamento). Sono stati invece prosciolti da ogni contestazione l’ex maggiore del Noe, Gian Paolo Scafarto. Lo stesso anch’esso all’ex colonnello dell’Arma, Alessandro Sessa.

Per la vicenda Consip l’iscrizione di Luca Lotti sul registro degli indagati risale al 21 dicembre del 2016, il giorno dopo l’audizione, davanti ai pm di Napoli, John Woodcock e Celeste Carrano, nella quale l’ex ad di Consip Luigi Marroni, il grande accusatore dell’inchiesta, aveva ammesso di aver saputo dall’allora ministro dell’indagine in corso sulla centrale acquisti della pubblica amministrazione. A quel punto – si ricorda – il fascicolo passò a Roma per competenza territoriale e il 27 dicembre Lotti si presentò a Piazzale Clodio per essere sentito dagli inquirenti. Secondo i pubblici ministeri l’accusa comune agli imputati è in pratica quella di aver informato a vario titolo i soggetti coinvolti nel caso e che era stata aperta una inchiesta su di loro. L’ex ministro dello Sport e attuale deputato del Pd, Luca Lotti, è accusato di favoreggiamento.

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Gli altri sono l’ex comandante generale dell’Arma, Tullio Del Sette, per rivelazione del segreto d’ufficio, il comandante della Legione toscana dei carabinieri, Emanuele Saltalamacchia, per favoreggiamento. Il generale Del Sette viene tirato in ballo dall’ex presidente Consip Luigi Ferrara al quale avrebbe detto dell’indagine sull’imprenditore Alfredo Romeo. L’ex sottosegretario ha affidato a Facebook il suo commento: “La mattina del 23 dicembre 2016 ho letto la prima pagina del Fatto Quotidiano: il titolo d’apertura era ‘Indagato Lotti’. E’ cosi’ che ho scoperto di essere indagato, leggendo un giornale. Non ho mai ricevuto l’avviso di garanzia, perche’ chiesi immediatamente di essere ascoltato dagli inquirenti. Da quella mattina sono passati oltre mille giorni: 1014 per l’esattezza. In questo lungo periodo il mio nome legato all’inchiesta Consip e’ stato tirato in ballo in oltre 2600 articoli sui giornali italiani (cui vanno aggiunti migliaia di lanci d’agenzie di stampa e un numero incalcolabile di servizi televisivi)”.

“Sempre nello stesso periodo – ha proseguito Lotti – io ho rilasciato solo tre dichiarazioni, per confermare la mia innocenza e la mia fiducia nella giustizia: da un punto di vista della comunicazione e’ come tentare di fermare uno tsunami con l’ombrello. Ma da parte mia, sia chiaro, non c’e’ rabbia o rancore per nessuno, neanche verso chi si e’ divertito a sbattere “il mostro in prima pagina” senza assumersi nessuna responsabilita’”. “Oggi, 3 ottobre 2019, il Giudice per le udienze preliminari ha deciso che dovra’ esserci un processo per accertare definitivamente la verita’ dei fatti. Il reato di cui devo rispondere e’ favoreggiamento di un ‘non indagato’. Come ho fatto finora, affrontero’ tutto questo a testa alta – conclude il parlamentare – Ero e resto convinto che i processi si fanno nelle aule dei tribunali e non sui giornali. Dimostrero’ in quelle sedi la mia innocenza”. Matteo Renzi non ha “nessun dubbio su Lotti e sono certo che dimostrera’ la sua innocenza”. Con il processo “ci sara’ la possibilita’ di vedere in aula chi e’ colpevole e chi no”, ha detto l’ex premier, aggiungendo “basta con il fare processi sui social”.

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