Divisioni in Fi complicano futura corsa in Calabria (e spunta Fdi)

Divisioni in Fi complicano futura corsa in Calabria (e spunta Fdi)
Silvio Berlusconi
23 ottobre 2020

Ufficialmente non se ne è ancora parlato, anche in segno di rispetto nei confronti di Jole Santelli. Ma a volte la politica ha tempi più rapidi del lutto e del dolore. La questione, seppure en passant, ha fatto capolino nel vertice di centrodestra di martedì: “Dobbiamo scegliere i candidati per le prossime amministrative e, purtroppo, anche quello per la Regione Calabria”. In realtà, la prima incognita sono proprio i tempi. Il prossimo consiglio regionale è stato fissato per il 10 novembre e in quella riunione si procederà alla presa d’atto della morte della presidente eletta. Entro 60 giorni si dovrebbero tenere le elezioni. E, tuttavia, pesa l’incognita Covid e la paura di assembramenti alle urne. Proprio oggi, d’altra parte, il presidente facente funzioni, il leghista Nino Spirlì, ha firmato l’ordinanza che impone nella Regione il coprifuoco.

Un’altra delle ipotesi è quella, quindi, di un rinvio all’anno prossimo, magari in concomitanza con il voto alle amministrative in città come Roma, Napoli, Bologna, Torino e Milano. Nei loro ragionamenti i leader del centrodestra l’hanno considerata come una opzione favorevole: le ottime chance di riconquistare la Regione che era stata vinta appena lo scorso gennaio, potrebbe bilanciare l’esito del voto nelle città dove – è il timore -l’asse M5s-Pd, fosse anche solo al ballottaggio, potrebbe favorire il centrosinistra. Anche per questa ragione, infatti, ancora non si sta ragionando sul nome del possibile candidato, sebbene la questione potrebbe tornare nel nuovo vertice Salvini-Tajani-Meloni in programma per la prossima settimana. L’unica cosa certa è che toccherà ancora una volta a Forza Italia esprimere il nome, perché questo prevedevano i patti complessivi sulle Regionali e perché nessuno si prenderebbe la responsabilità di lucrare in una situazione come questa. E, tuttavia, i contrasti tra gli azzurri potrebbero avere un peso.

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Tra i ‘papabili’ che circolano in queste ore, per esempio, c’è Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza che proprio in occasione del voto di gennaio alla fine aveva deciso di ritirare la propria candidatura per non sovrapporsi alla scelta di Silvio Berlusconi, ossia Santelli. Ma su Occhiuto pesava allora, e potrebbe pesare ancora, il veto di Salvini. Per questo si ipotizza che a correre possa essere Roberto Occhiuto, fratello di Mario e parlamentare di Fi. Altri nomi, sempre del partito forzista, sono quelli del sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, e del coordinatore della provincia di Reggio Calabria, Francesco Cannizzaro. Matteo Salvini, tuttavia, preferirebbe un nome che viene dalla società civile, come si sta cercando di fare per i comuni al voto l’anno prossimo.

Insomma, le divisioni interne alla stessa Forza Italia potrebbero complicare la corsa alle future elezioni regionali. Per questo, un esponente di Fdi ammette: “Per noi il candidato spetta a Berlusconi, se però loro non dovessero trovare la quadra interna, non mi stupirei se si facessero avanti anche gli altri partiti della coalizione”. Il nome per Giorgia Meloni sarebbe quello di Wanda Ferro. In Calabria, ad ogni modo, le beghe interne agli azzurri non hanno a che fare con l’asse Toti-Carfagna e quel progetto di polo moderato di cui i due hanno cominciato a ragionare pubblicamente subito dopo il voto di settembre nelle Regioni e che non è stato affatto accantonato.

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Di certo, il governatore della Liguria è diventato una vera spina nel fianco per il partito azzurro. La scelta di non indicare nemmeno un nome di Forza Italia tra gli assessori ha fatto molto innervosire Silvio Berlusconi. E, tuttavia, l’orientamento dei vertici in queste ore è quello di non dare troppa risonanza alla cosa, nella convinzione che Toti abbia fatto questo smacco anche per ottenere pubblicità. Anche per questo, a chi gli chiede numi, Antonio Tajani ha cominciato a rispondere: “No comment, si tratta di una vicenda locale”. Ma c’è un’altra vicenda locale che negli ultimi giorni ha agitato gli animi del partito azzurro sul territorio: la decisione del Governatore dell’Abruzzo, Marco Marsilio, di togliere le deleghe all’assessore di Forza Italia Mauro Febbo, considerato dalla Lega colpevole di aver fatto perdere al centrodestra le elezioni a Chieti. askanews

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