Dopo oltre un anno, l’Ars si sveglia. L’aut-aut di Ardizzone: “Si approvi riforma Province o si va al voto”

Dopo oltre un anno, l’Ars si sveglia. L’aut-aut di Ardizzone: “Si approvi riforma Province o si va al voto”
22 giugno 2015

Domani i dipendenti delle province siciliane in sciopero a Palermo contro il lungo stallo della riforma e le incertezze che si addensano sulla testa dei circa seimila lavoratori. E monta la polemica politica. Il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone scandisce un clamoroso aut-aut: “L’approvazione della riforma e’ ineludibile, altrimenti si sciolga il Parlamento e si torni al voto”. Il corteo dei dipendenti, attesi da tutta la Sicilia, partira’ alle 10 da piazza Marina per arrivare davanti all’Assemblea regionale siciliana. Accogliendo la richiesta dei sindacati confederali della Cgil, Cisl, Uil e autonomi del Csa, Ardizzone incontrera’ domani alle 13.30 i rappresentanti dei lavoratori delle ex Province regionali. L’appuntamento nella Sala Rossa di Palazzo dei Normanni e’ stato allargato anche ai presidenti dei gruppi parlamentari a Sala d’Ercole.

Le province da lungo tempo sono commissariate e la (mancata) riforma e’ divenuta l’emblema delle incompiute istituzionali. Il ddl, che introduce i liberi consorzi dei comuni e le citta’ metropolitane e’ ancora in attesa di approdare a Sala d’Ercole. Ardizzone avrebbe voluto trattare il testo gia’ questa settimana, ma l’Aula e’ ancora impegnata con il disegno di legge che adegua ai parametri nazionali i numeri dei consiglieri e la spesa per i compensi. “Dinanzi alla manifesta incapacita’ del governo e della sua maggioranza, mercoledi’ in conferenza dei capigruppo, Forza Italia chiedera’ la calendarizzazione del ddl per procedere alla sua approvazione immediata”, annnuncia il capogruppo di Forza Italia all’Ars, Marco Falcone. Il ddl, al momento, e’ fermo all’Ars dopo la recente bocciatura dell’articolo 1, e intanto “senza le nuove norme -avvertono le sigle sindacali- ad aumentare di giorno in giorno e’ il rischio mobilita’ per i lavoratori”.

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E quanto alle Partecipate provinciali, a prendere concreta forma finirebbe con l’essere lo spettro della liquidazione. Secondo Gigi Caracausi, segretario della Fp Cisl Sicilia, “se non arriva la legge, gia’ a settembre i precari delle ex Province potrebbero trovarsi con la lettera di licenziamento in tasca”. “La politica – concludono i sindacati – la smetta di litigare sulla pelle dei dipendenti delle ex Province. Faccia presto. Entro luglio, prima della pausa estiva, completi la riforma degli enti di area vasta”.

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