Draghi accelera sul Fisco, riordino tax expenditures parte integrante

Draghi accelera sul Fisco, riordino tax expenditures parte integrante
1 ottobre 2021

Mario Draghi continua ad accelerare sulla riforma fiscale. Certo, le distanze fra i partiti sono ancora troppe perché ci si arrivi in tempi rapidi. Mario Ma il presidente del Consiglio, come sua consuetudine, tira dritto. E inserisce, tra le priorità il “riordino delle spese fiscali debba essere parte integrante di un più ampio e organico disegno di riforma fiscale”. E’ quanto si legge nel “rapporto programmatico sugli interventi in materia di spese fiscali”, allegato alla Nota di aggiornamento al Def. 

Il numero delle tax expenditures ha superato le 600 voci e tra le 602 spese fiscali attualmente in vigore, la missione politiche economico-finanziarie e di bilancio e tutela della finanza pubblica è quella che presenta il numero più elevato di spese fiscali (118), seguita dalla missione diritti sociali, politiche sociali e famiglia (90), dalla missione competitività e sviluppo delle imprese (88) e dalla missione politiche per il lavoro (65). Il numero totale delle spese fiscali tra il 2019 e il 2020 è decisamente aumentato, passando da 533 voci a 602 voci, anche e forse soprattutto, spiegava il rapporto annuale sulle spese fiscali 2020, “per effetto dei provvedimenti economici urgenti presi nel primo semestre del 2020, per rispondere all`emergenza della Sars-CoV-2”.

Cosa sono le tax expenditures

Con l’espressione Tax expenditures si indica una serie di agevolazioni fiscali che riducono il prelievo per alcuni contribuenti: dalle classiche detrazioni e deduzioni d’imposta, passando per i crediti d’imposta (tipicamente riservati alle imprese) per finire con le aliquote ridotte (come quelle per l’Iva) e le imposte sostitutive (come la cedolare secca sugli affitti).
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Nell’allegato si ricordano le dichiarazioni programmatiche dello scorso mese di febbraio, del premier Mario Draghi il quale aveva sottolineato che “il sistema tributario è un meccanismo complesso, le cui parti si legano una all`altra. Non è una buona idea cambiare le tasse una alla volta. Un intervento complessivo rende anche più difficile che specifici gruppi di pressione riescano a spingere il governo ad adottare misure scritte per avvantaggiarli”. La riforma, si afferma “è anche l`occasione per riordinare un assetto normativo che nel corso del tempo è stato oggetto di molteplici interventi di carattere parziale e incrementale. La riforma fiscale è peraltro una riforma abilitante del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e accompagnerà l`attuazione del programma di riforme strutturali (giustizia, pubblica amministrazione, semplificazione della legislazione e promozione della concorrenza) necessarie per innescare la trasformazione del paese e rilanciare il potenziale di crescita dell’economia”.

Un intervento di “riforma ampio e organico è una sfida di grandi proporzioni che richiede un lavoro approfondito di analisi economica e giuridica a livello tecnico e complessi confronti a livello politico” e “il Parlamento ha già dato un contributo fondamentale al processo di riforma” con un’indagine conoscitiva dove nel documento conclusivo si evidenzia che il sistema fiscale italiano necessita di una riforma ampia e organica, volta a stimolare la crescita economica mediante: l`aumento dell`efficienza della struttura delle imposte e l`alleggerimento del carico fiscale sui redditi derivanti dall`impiego dei fattori di produzione; la razionalizzazione e la semplificazione del sistema tributario attraverso la riduzione degli adempimenti a carico dei contribuenti e l`eliminazione dei micro-tributi; il mantenimento della progressività del sistema e il contrasto all`evasione e all`elusione fiscale.

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Il Governo, conclude il testo allegato alla Nadef, “proseguirà questo lavoro presentando un disegno di Legge delega su cui il Parlamento sarà nuovamente chiamato ad esprimersi. Stabiliti i principi guida della riforma, saranno predisposti i decreti attuativi, per riformare nel concreto il nostro sistema fiscale. Oltre al Parlamento e al Governo, in questa occasione saranno coinvolti gli esperti più autorevoli e le strutture dell`Amministrazione pubblica competenti e saranno ascoltate le parti sociali: una riforma di ampia portata, destinata a durare a lungo, richiede – si rileva – un ampio consenso”.

I suggerimenti dell’Ocse

L’Ocse nei giorni scorsi ha pubblicato un nuovo studio sull’Italia nel quale ha fornito alcuni suggerimenti al governo italiano in vista della riforme del fisco e delle pensioni che si appresta a varare. “Rispetto alla media Ocse, le imposte sul lavoro in Italia restano troppo elevate”, ha affermato l’organizzazione che raccomanda di attuare una riforma fiscale globale per ridurre la complessità del sistema e abbassare le imposte sul lavoro. Tale riforma dovrebbe essere finanziata attraverso un miglioramento della compliance, favorita a sua volta da un maggiore ricorso alla tecnologia e ai pagamenti con carta”. In merito alla riforma fiscale, l’Ocse ha raccomandato all’Italia di:

  • ridurre le esenzioni e la complessità del sistema fiscale; razionalizzare le tax expenditures in base all’efficacia; semplificare gli scaglioni IVA
  • accelerare l’aggiornamento dei valori catastali e ristabilire la tassazione sulla residenza primaria con esenzioni per le famiglie a basso reddito
  • migliorare il coordinamento tra le agenzie fiscali e altre agenzie di regolamentazione, per facilitare un approccio olistico basato sul rischio alle indagini
  • consolidare tutti gli incentivi all’assunzione in un taglio permanente dei contributi di sicurezza sociale per i primi 3 anni a tutti i nuovi contratti a tempo indeterminato
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