È caos in Germania dopo le parole del leader palestinese su Olocausto

È caos in Germania dopo le parole del leader palestinese su Olocausto
Abu Mazen e Olaf Scholz
17 agosto 2022

Caos e pasticcio diplomatico – a riprova che certe parole hanno davvero ancora un peso – per le osservazioni del presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen). Ieri durante una visita a Berlino, Abbas ha accusato Israele di aver commesso “50 olocausti” in risposta a una domanda sull’imminente 50esimo anniversario dell’attacco di Monaco, in cui militanti palestinesi uccisero undici membri della squadra olimpica israeliana. “Abbas mette in prospettiva l’Olocausto… e Scholz tace”, titola oggi la Bild. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha espresso per la verità disgusto. Ma quello che ha fatto davvero rizzare i capelli da più parti è che – come scrive Bild – Abbas abbia fatto “la scioccante relativizzazione dell’Olocausto nella Cancelleria federale”. Intanto Israele ha accusato Abbas di aver detto una “mostruosa bugia”: il primo ministro israeliano Yair Lapid ha condannato i commenti definendoli una “vergogna”.

A cascata una serie di commenti, tutti di segno opposto alle parole del leader palestinese. In risposta alla tempesta di critiche scatenata, Abbas ha rilasciato una dichiarazione definendo l’Olocausto della Germania nazista, in cui furono uccisi almeno sei milioni di ebrei, “il crimine più atroce della storia umana moderna”. Ma anche per il cancelliere tedesco non tira una buona aria. Bild descrive attimo per attimo la conferenza, fino alle dichiarazioni di Abbas incriminate: “Ma quello che succede dopo è ancora più incredibile. Il portavoce di Olaf Scholz, Steffen Hebestreit, ringrazia i giornalisti per la loro presenza e augura loro un buon viaggio a casa. Invece di contraddire, Scholz si toglie le cuffie, irritato, stringe la mano ad Abbas e lascia la stanza con lui. Non una parola di dissenso di fronte alla peggiore relativizzazione dell’Olocausto che un capo di governo abbia mai pronunciato in cancelleria” scrive Bild.

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Marie-Agnes Strack-Zimmermann, presidente del Comitato della Difesa del Bundestag tedesco, dice allo “Spiegel” che il portavoce del governo Steffen Hebestreit avrebbe dovuto permettere che la conferenza continuasse “in ogni circostanza” dopo il confronto sull’Olocausto da parte del presidente palestinese Mahmoud Abbas. Solo in seguito Scholz ha commentato le scandalose dichiarazioni del presidente palestinese. Il cancelliere ha detto in serata a BILD: “Soprattutto per noi tedeschi, qualsiasi relativizzazione dell’Olocausto è insopportabile e inaccettabile”. E probabilmente non solo per i tedeschi. Mentre la questione continua ad avvolgersi su se stessa, con commenti in altri Paesi Ue, persino un fatto di cronaca becera, dopo la giornata di ieri assume toni ancor più foschi. Una guardia di sicurezza tedesca è stata arrestata per aver fatto un “saluto alla Hitler” davanti a un gruppo di atleti israeliani in visita a un memoriale del massacro delle Olimpiadi di Monaco del 1972, ha detto la polizia. I sedici atleti della squadra israeliana dei Campionati Europei stavano visitando il Parco Olimpico di Monaco di Baviera ieri sera quando è stato compiuto il gesto, evidentemente vietato.

Intanto, dopo le parole sull’Olocausto che hanno fatto infuriare il premier israeliano Lapid, il presidente palestinese Mahmoud Abbas torna sui suoi passi. “L’Olocausto è il più odioso crimine nella storia moderna dell’umanità”, ha precisato Abu Mazen dopo le polemiche seguite al suo intervento a Berlino. Abu Mazen – ha spiegato l’agenzia di stampa Wafa – “non intendeva negare l’unicità dell’Olocausto avvenuto nell’ultimo secolo” e lo ha condannato “nei termini più forti”. “I crimini di cui ha parlato il presidente – ha aggiunto – sono i crimini e i massacri commessi contro i palestinesi dalla Nakba per mano delle forze israeliane. Questi crimini non si sono fermati fino ad oggi”. Dopo l’incontro con il Cancelliere Scholz ieri a Berlino Abu Mazen aveva detto: “Dal 1947 ad oggi, Israele ha commesso cinquanta massacri in cinquanta città palestinesi. Cinquanta massacri, cinquanta olocausti”.

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