E’ scontro sull’immunità dei senatori

22 giugno 2014

Immunità solo per i deputati, anche per i senatori, per nessuno. Non conosce pace l’iter di riforma del Senato. L’accordo sembrava ormai raggiunto. I punti base del testo sono stati definiti, ma a far discutere di nuovo, adesso, è l’ipotesi di ripristinare l’immunità parlamentare per i senatori, esclusa dal disegno di legge governativo. A prevederlo uno degli emendamenti dei relatori al ddl. Il primo a scaldarsi è stato Pippo Civati, il quale ha fatto notare che una modifica del genere comporterebbe delle difficoltà sul fronte della lotta alla corruzione: “Un sindaco nei confronti del quale si procedesse per fatti commessi durante il suo mandato amministrativo potrebbe usufruire, in quanto senatore, delle immunità di cui all’articolo 68 della Costituzione.

Non proprio un aiuto al contrasto ai numerosi episodi di corruzione cui purtroppo assistiamo anche a livello locale”. A stretto giro, è arrivata la proposta del correlatore Roberto Calderoli. “Se suscita perplessità il fatto che deputati e senatori abbiano la medesima forma di immunità allora, come relatore, mi sento di fare una proposta e di verificare l’eventuale condivisione: togliamo l’immunità sia a deputati che ai senatori. Tutti siano trattati come cittadini comuni”. Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, titolare del dossier, minimizza. Anche perché al momento la proposta di reinserire l’immunità riguarda solo un emendamento dei relatori, ed è quindi tutta da verificare. Il ministro Boschi ha dovuto oggi fronteggiare anche gli attacchi del Movimento Cinque Stelle all’accordo tra il Pd e Berlusconi. I grillini accusano il governo di fare le riforme “con un pregiudicato”.

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Da Massa Marittima, dove ha partecipato a un seminario di Area Riformista, il ministro ha spiegato: “Il Pd è al governo. Lega e Forza Italia sono all’opposizione e fanno il loro lavoro. Sulle riforme e sulla legge elettorale si cerca di lavorare oltre la maggioranza. Stiamo facendo un processo di riforme con un partito che rappresenta milioni di cittadini e che siede in parlamento”. Altra partita è quella della nuova legge elettorale, sulla quale il M5S ha chiesto un incontro con il governo per una possibile collaborazione nella stesura della riforma: è stato fissato per mercoledì. Sul tavolo il “Democratellum” messo a punto dai grillini. Ma la Boschi tiene a precisare che non sono possibili ulteriori rimandi, né stravolgimenti del lavoro già fatto sulla materia: “Non può essere un modo per allungare i tempi, ricominciando tutto daccapo”. Il vice presidente della Camera, il grillino Luigi Di Maio, non si tira indietro e invita i suoi a dare una “possibilità al Pd”. Lo fa dal suo profilo Facebook, dove ha scritto: “Qui non si sta parlando di persone con cui accordarsi, ma di punti importanti della nostra legge elettorale da far entrare nell’ordinamento giuridico del nostro Paese. Mercoledì vogliamo dare un’opportunità al Pd avendo a cuore solo questo obiettivo. Proponiamo questo incontro in un momento in cui non c’è accordo tra Fi e Pd su nulla. Lo proponiamo restando opposizione”.

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