Il lungo addio a Papa Francesco: il Pontefice che ha cambiato il volto della Chiesa
Il sole si è levato timido su Piazza San Pietro, avvolgendo le cupole e i marmi in una luce soffusa e malinconica. All’alba di oggi, il mondo ha appreso con commozione la notizia della morte di Papa Francesco, 266° Successore di Pietro. La causa del decesso è un ictus cerebrale. Aveva 88 anni.
“Il nostro amato Santo Padre Francesco è tornato alla casa del Padre. La sua vita è stata una testimonianza vivente del Vangelo”, ha proclamato Farrell con voce rotta dall’emozione.
Poco dopo, il suono grave delle campane di San Pietro ha infranto il silenzio, rimbombando tra i colonnati del Bernini. Un lungo, mesto richiamo alla preghiera, al cordoglio, alla memoria.
Una Pasqua che sapeva di addio
Soltanto ieri, nella Domenica di Pasqua, Papa Francesco aveva fatto la sua ultima apparizione pubblica. Affacciato alla Loggia Centrale, aveva impartito la Benedizione Urbi et Orbi a una folla immensa, parlando ancora una volta di pace, di speranza, di misericordia. Il suo volto, segnato dalla fatica e dalla sofferenza, tradiva la consapevolezza del congedo imminente.
Quella benedizione, oggi, assume il sapore di un testamento spirituale.
In tutta Italia e in molte capitali del mondo, le bandiere sono state abbassate a mezz’asta. Da New York a Buenos Aires, da Manila a Kinshasa, le comunità cattoliche si raccolgono in preghiera.
I riti solenni della morte di un Pontefice
Come previsto dal nuovo Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, riformato proprio da Francesco, il corpo del Papa non sarà imbalsamato né esposto secondo i tradizionali rituali secolari. Alle 20 di questa sera, nella cappella privata di Casa Santa Marta, il Cardinale Camerlengo presiederà la preghiera di suffragio e la deposizione della salma nella bara di legno, già sigillata secondo la nuova liturgia semplificata.
Domani mattina, il feretro verrà trasferito nella Basilica Vaticana, dove sarà esposto all’omaggio silenzioso dei fedeli. Il rito sarà sobrio, essenziale, privo di fasti e solennità mondane: proprio come Papa Francesco aveva desiderato.
Le esequie ufficiali, presiedute dal Decano del Collegio Cardinalizio, sono previste tra tre giorni in Piazza San Pietro, alla presenza di capi di Stato, sovrani, patriarchi e rappresentanti religiosi di ogni confessione.
Il luogo della sepoltura
Francesco non riposerà nelle Grotte Vaticane accanto ai suoi predecessori, ma sarà sepolto nella Basilica di Santa Maria Maggiore, la “sua” chiesa romana, luogo tanto amato e frequentato sin dai primi giorni del suo pontificato.
Una scelta che dice più di mille parole: non il potere, non la grandezza terrena, ma la semplicità della fede.
Un pontificato che ha lasciato il segno
Nato Jorge Mario Bergoglio, figlio di emigranti piemontesi, cresciuto tra le strade polverose di Buenos Aires, Francesco è stato il Papa che ha parlato al cuore del mondo. Eletto il 13 marzo 2013 dopo la rinuncia di Benedetto XVI, ha saputo imprimere alla Chiesa una svolta epocale.
Con lui, il volto della Chiesa si è aperto ai poveri, ai migranti, agli ultimi. Il suo pontificato ha affrontato con coraggio i temi più spinosi: la riforma della Curia, la trasparenza economica, l’ambiente (con l’enciclica Laudato Si’), i diritti dei popoli indigeni, il ruolo delle donne nella vita ecclesiale.
Con uno stile sobrio e diretto, spesso in contrasto con le formalità della diplomazia vaticana, Francesco ha portato la Chiesa “in uscita”, nelle periferie esistenziali dell’umanità. Ha rinnovato il linguaggio stesso del magistero: meno dogmi, più misericordia.
L’ultimo gesto rivoluzionario
Anche nella morte, Francesco ha voluto innovare. Con il nuovo Ordo dei funerali papali, ha ridotto la complessità dei riti, favorendo la partecipazione autentica dei fedeli. Non più le tre bare tradizionali, non più cerimonie sfarzose, non più imbalsamazione.
Solo legno, preghiera, silenzio, fede.
“Chi sono io per giudicare?” aveva detto ai giornalisti durante il volo di ritorno dal Brasile, nel luglio 2013. Quella domanda, apparentemente semplice, ha racchiuso l’intera visione del suo pontificato.
Il futuro: sede vacante e Conclave
Ora si apre ufficialmente il tempo della Sede Vacante. Il Collegio dei Cardinali si riunirà nei prossimi giorni per organizzare il Conclave. Più dell’80% degli elettori sono stati nominati da Francesco: il prossimo Papa porterà in sé, in qualche modo, l’impronta della rivoluzione avviata.
Ma oggi, ogni sguardo resta fisso su quella finestra vuota della Loggia Centrale. E su una piazza San Pietro che, nel silenzio, prega.
L’ultima lezione di Francesco
Nel cuore di milioni di credenti e non credenti resterà vivo il suo sorriso disarmante, la sua voce roca che chiamava alla fraternità universale, la sua ostinata speranza nella possibilità di un mondo più giusto.
Papa Francesco non ha solo guidato la Chiesa: ha toccato il cuore dell’umanità. Non ha solo predicato il Vangelo: lo ha vissuto.
Oggi il mondo piange un uomo che ha saputo essere grande nella sua umiltà. E mentre le campane continuano a suonare a morto, il suo insegnamento più profondo risuona ancora:
“La vera potenza è il servizio. Il vero cammino è l’umiltà. Il vero regno è quello dell’amore.”