Il partito di Alfano si spacca sul Cav

23 luglio 2014

Angelino Alfano frena sulla riunificazione del centrodestra. “Non e’ previsto alcun incontro tra me e Silvio Berlusconi: vediamo prima come si comporta Forza Italia sulla legge elettorale”, queste almeno le sue parole. Più possibilista, invece, appare Renato Schifani: “Occorre capire cosa intenderà fare Fi, come si vorrà posizionare. Vuole dialogare con chi è al governo ed è nel Ppe oppure dialogare con una Lega che non sta nel Ppe e non sostiene il governo ed esprime posizioni totalmente diverse dalle nostre? Insomma, un gioco delle parti che la dice lunga sulla totale rottura tra il partito di Berlusconi e quello di Alfano. Un fatto è certo, la prospettiva di un ritorno nell’orbita di Forza Italia divide il Nuovo Centro Destra che sabato riunisce l’assemblea.

Dopo l’intervista di Nunzia De Girolamo al Corriere della Sera, in cui la presidente dei deputati auspica un congresso che possa portare o alla federazione del centrodestra o a un nuovo soggetto, il viceministro Enrico Costa impone l’alt e lo fa con una lettera inviata a De Girolamo e a tutti i colleghi parlamentari. “La condivisione” di simili prese di posizione va “verificata nell’ambito del nostro gruppo alla Camera”, scrive Costa. Il suo e’ un vero e proprio stop: “Prima di proseguire – scrive- occorre chiarire” se la posizione politica della De Girolamo “e’ frutto di un’iniziativa personale ovvero se debba considerarsi l’orientamento del nostro gruppo”, aggiunge Costa che chiede la convocazione di un’assemblea dei deputati. Sulle sue posizioni anche Roberto Formigoni. Su twitter l’ex presidente della Regione Lombardia dice che se “qualche ex-ministra vuole andare in Forza Italia, puo’ farlo subito, non c’e’ bisogno di alcun Congresso. Buon viaggio”.

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E a dare man forte al fronte dei refrattari all’idea di tornare all’ombra del Cav, arriva Fabrizio Cicchitto: “Enrico Costa ha sollevato un serio problema di metodo perche’ nessun dirigente, anche autorevole, puo’ proporre la convocazione di un congresso senza essersi misurato con il partito nel suo complesso”, spiega. E aggiunge: “Non condivido le scelte politiche proposte nell`intervista di De Girolamo che, se raccolte, segnerebbero la conclusione dell`esperienza dell`Ncd e il ritorno nell`ambito di un quadro di partito, di linea politica e di leadership che dal 2013 non condivido, indipendentemente dalle vicende giudiziarie di Berlusconi con il quale ho sempre solidarizzato”. “Penso che il tempo – prosegue Cicchitto- non sia quello del ritorno all`ovile, ne’ sottoforma di una federazione di sigle, che sottendono posizioni assai diverse anche sulla giustizia (come si e’ visto ieri alla Camera) ne’ con la riesumazione di una sorta di Pdl. A mio avviso al punto in cui siamo noi dobbiamo fare una operazione che abbia la stessa ambizione e lo stesso spessore di quella fatta dal Pd. E` tempo di una rifondazione complessiva del centrodestra con nuovi leader, nuovi gruppi dirigenti, un nuovo modo di far politica e anche seri aggiornamenti culturali, politici e programmatici”. C’è anche la voce del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che puntella di non essere “mai stata antiberlusconiana” “Basta essere contrari a una linea  – osserva – che si diventa antiberlusconiani”. Siamo solo agli inizi. (RP)

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