Le aziende italiane sempre più tassate. Pressione fiscale oltre la media Ue e Usa

Le aziende italiane sempre più tassate. Pressione fiscale oltre la media Ue e Usa
25 febbraio 2017

Nel nostro Paese il prelievo erariale è sistematicamente oltre la media europea e quella Usa. In Italia la pressione fiscale nel 2015 e’ al 43,8% del pil, in Germania al 39,6%, in Gran Bretagna al 34,8% e negli Stati Uniti al 26,4%. E’ quanto emerge da una analisi del Centro studi di Unimpresa, secondo il quale negli ultimi 10 anni, i contribuenti del nostro Paese hanno visto crescere enormemente il peso delle tasse, senza riscontrare un andamento virtuoso delle finanze pubbliche. Secondo il rapporto Unimpresa in Italia la pressione fiscale era al 39,1% del prodotto interno lordo nel 2005 ed è progressivamente salita fino ad attestarsi al 43,5% nel 2015; e contemporaneamente sono aumenti gli incassi per lo Stato, passati dal 42,5% del pil al 47,6%; un incremento di balzelli ed entrate a cui non ha fatto seguito un contenimento del debito, schizzato al 132,7% del pil nel 2015 rispetto al 101,9% del 2005. Impietoso il confronto con altri paesi: in Germania la pressione fiscale è passata dal 38,4% al 39,6% del pil, il debito pubblico dal 66,9% al 71,2%; nella media dell’area euro il peso delle tasse è passato dal 39,4% al 41,%; il debito degli Stati dal 62,1% all’83,3%; in Gran Bretagna, il fisco è salito dal 35,7% al 34,8% e il “rosso” nei conti dello Stato dal 41,5% all’89,2%; negli Stati Uniti, il prelievo fiscale è rimasto sostanzialmente invariato, dal 26,3% al 26,4% con il debito salito dal 66,9% al 113,6% del pil Usa.

Inoltre in Italia si registra il livello più alto sia per le imposte sui consumi (Iva), con un’aliquota massima al 22%; sia per le imposte personali sul reddito (Irpef), con un’aliquota massima al 48,9%; sia per le imposte sul reddito delle società (Ires), con un’aliquota massima al 31,4%. Lo studio di Unimpresa, denominato “Pressione fiscale e conti pubblici nel confronto internazionale”, che contiene elaborazioni di dati della Banca d’Italia,rivela che, anche limitando l’analisi ai paesi dell’area euro e piu’ vicini, il confronto vede l’Italia in cima alla classifica per il maggior peso tributario: in Germania lo scorso anno le tasse erano al 39,6% del pil, le entrate al 44,6% e il debito al 71,2%; solo la Francia e’ piu’ vicina ai nostri valori: il prelievo fiscale dei contribuenti transalpini si attesta al 47,8% (piu’ alto dell’Italia) e le entrate al 53,2%, ma l’aggravio tiene il debito al 95,8% del pil. “La pressione fiscale e’ il principale ostacolo alla crescita economica del nostro Paese” commenta il vicepresidente di Unimpresa con delega al fisco e ai bilanci, Claudio Pucci. “Un primo passo e’ stato attuato con la legge di stabilita’ per il 2016 con le modifiche introdotte dal precedente governo – spiega Pucci – che ha abolito l’Irap sul costo del lavoro. Tuttavia, continua a permanere l’incidenza di una imposta che non ha nessuna ragione di esistere, se non quella di fare cassa. Bisogna andare avanti, l’Irap va abolita”. Il vicepresidente di Unimpresa spiega, poi, che “ra i problemi e limiti delle imprese italiane c’e’ quello dell’internazionalizzazione, che non vuol dire semplicemente delocalizzare la produzione. Il nostro sistema fiscale ha introdotto una serie di normative antielusione che rappresentano un serio ostacolo per l’imprenditore creando anche qui una distorsione rispetto alle grandi imprese che sono strutturate per far fronte alle presunzioni di tali strumenti di accertamento, magari sfruttando le norme relative alla exit tax, alla esterovestizione e al transfer price”.

Leggi anche:
Russia, Tajani su Ariston: governo pronto a tutelare le imprese

Secondo il rapporto di Unimpresa, in Italia si registra il livello piu’ alto per tutte le categorie dei prelievi fiscali principali: nel nostro Paese e’ record sia per le imposte sui consumi (Iva) con una aliquota massima del 22% da confrontare col 21,4% della media dell’Unione europea e col 20,8% della media dell’area euro; sia per le imposte personali sul reddito (Irpef), con un’aliquota al 48,9% da paragonare al 39,3% della media Ue e col 42,1% della media dell’area euro; sia per le imposte sul reddito delle societa’ (Ires), con un’aliquota al 31,4% piu’ alta del 22,8% della media dell’Unione europea e del 24,6% della media dell’area euro. Nelle prossime settimane Unimpresa, dopo l’approvazione da parte del consiglio nazionale, inviera’ una articolata proposta in materia fiscale a governo e Parlamento. Il progetto elaborato dall’associazione si divide in sei punti: abolizione dell’Irap; cancellazione degli studi di settore; introduzione di una flat tax per le micro, piccole e medie imprese; diminuzione del carico tributario sui redditi personali con la previsione di due sole aliquote (25% e 37% oltre a una no tax area fino a 10mila euro); tassazione delle rendite finanziarie con prelievo al 20% sui capital gain e al 12,5% sui titoli di Stato; eliminazione delle norme relative alle attivita’ estere della piccola impresa. Nel nostro Paese il prelievo erariale e’ sistematicamente oltre la media europea. In Italia pressione fiscale al 43,8% del pil, in Germania al 39,6%, in Gran Bretagna al 34,8% e negli Stati Uniti al 26,4%. Ma il giro di vite fiscale e le casse statali gonfie non hanno contenuto l’allargamento del buco nel bilancio dello Stato. Lo studio dell’associazione sul confronto internazionale tra tributi versati dai contribuenti e conti pubblici. Il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci: “Le tasse extralarge sono il principale ostacolo alla crescita economica. Avanti con la cancellazione dell’Irap sul costo lavoro”. Nei prossimi giorni un documento al governo con le proposte per le pmi: via l’Irap e via gli studi di settore, flat tax. Meno tasse sulle persone fisiche con due sole aliquote al 25% e al 37% (e no tax area fino a 10mila euro).

Leggi anche:
Commissione Ue: cessione Agi? Si dovrà rispettare Media Freedom Act
Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti