Berlusconi fregato, comandano Ghedini e Tajani

Berlusconi fregato, comandano Ghedini e Tajani
Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi e il presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani
28 gennaio 2018

Candidature fantasma, posizioni in lista in bilico, improvvise cancellazioni. E, ovviamente, accuse e polemiche. Forza Italia scoppia. La rivolta è soprattutto contro Antonio Tajani, Niccolò Ghedini e il “cerchio magico”. Ma anche verso chi, come Claudio Fazzone, si sarebbe messo a fare la voce grossa (nell’acquiescenza generale) per guadagnare posti migliori per sé e per i propri fedelissimi. Oggi toccherà a Silvio Berlusconi, che probabilmente raggiungerà Roma, tentare di trovare la quadra e di rasserenare un clima che, per colpa di pochi, rischia di indebolire un centrodestra che è dato dai sondaggi in netto vantaggio.In serata sbotta anche il senatore trapanese Antonio D’Alì: “Apprendo da notizie di stampa della definitiva composizione di listini bloccati di Forza Italia in Sicilia, che mortificano la Sicilia e, in particolare, la provincia di Trapani”. Lui sarebbe stato escluso dal collegio proporzionale, inserito soltanto nell’uninominale. Sarebbero stati privilegiati Renato Schifani e l’ex ministro della Giustizia Nitto Palma. Ma di casi, in tutta Italia, ce ne sarebbero parecchi. Il clima è rovente non solo tra gli azzurri. La “quarta gamba” zoppica: scontro tra Raffaele Fitto e Lorenzo Cesa. All’ex governatore della Puglia non sarebbe stato gradito un blitz solitario dal leader dell’Udc a Arcore e neanche il trattamento a lui riservato nella sua Puglia in merito alle candidature. In casa Pd, tutti contro tutti. Sul ring, Matteo Renzi, Andrea Orlando e Michele Emiliano. L’obiettivo del segretario è di polverizzare la minoranza. Nei Cinquestelle, invece, è corsa al bianchetto: si scrive una candidatura, poi si cancella, poi si riscrive e in certi casi sparisce del tutto.

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Anche in casa Liberi e Uguali volano stracci. Pippo Civati attacca Pietro Grasso: liste schifose. In queste ore, nelle segreterie dei partiti succede di tutto. Molte candidature, tuttavia, sarebbero confermate. Ma fino a lunedì alle 20, il condizionale è d’obbligo. Interessante sarà la sfida tra Michaela Biancofiore e Maria Elena Boschi nel collegio uninominale Bolzano-Bassa Atesina per un posto alla Camera. La renziana di ferro gioca in trasferta, ovvero in casa della deputata di Fi. Oggi la Boschi dovrebbe arrivare a Bolzano. Ma già i malumori lievitano. Un bel colpaccio sembra averlo fatto Giorgia Meloni. La presidente di FdI ha piazzato contro Matteo Renzi Letizia Giorgianni, leader dei risparmiatori truffati da Banca Etruria. Il seggio in palio è nel collegio per la Camera Firenze 1. Altro malessere il Pd l’ha generato a Bologna dove, dopo aver indossato la maglia con lo Scudocrociato per decenni, Pier Ferdinando Casini questa volta scenderà in campo con quella del Partito Democratico. L’ex presidente della Camera dovrebbe sfidare l’ex Pd, ora Liberi e Uguali, Vasco Errani per un seggio al Senato. Avvincente la sfida a Pomigliano (Napoli), città natale di Luigi Di Maio e collegio in cui sarà candidato all’uninominale. Contro di lui ci sarà Vittorio Sgarbi. E ancora. il premier Paolo Gentiloni si candiderà alla Camera nel collegio uninominale di Roma 1, dove dovrebbe vedersela con l’ex presidente di Legambiente, Rossella Muroni, candidata di Leu, la pentastellata Carla Ruocco e la pasdaran cattolica Paola Binetti per Noi con l’Italia.

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