Ocse vede recessione Italia e boccia quota 100 e reddito cittadinanza. Tria risponde: “Monitoreremo, rafforzeremo produttività”

Ocse vede recessione Italia e boccia quota 100 e reddito cittadinanza. Tria risponde: “Monitoreremo, rafforzeremo produttività”
Sede dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico
1 aprile 2019

Nel suo report sull’Italia, che l’Ocse, presenta a Roma con il segretario Angel Gurri’a al fianco del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, l’istituto di Parigi torna a suonare l’allarme crescita, a pochi giorni dalla presentazione del Def, pronosticando un Pil a -0,2%, cioe’ in recessione, nel 2019 e solo un debole +0,5% nel 2020. Inoltre boccia il reddito di cittadinanza contenuto nel decretone appena approvato dal Parlamento. “L’Italia e’ in stallo” dice Gurria, il quale bacchetta in particolare su quota 100:”Sappiamo che questa e’ una misura temporanea ma come ex ministro delle Finanze so che non c’e’ niente di piu’ permanente di una misura temporanea”.

Tria gli risponde, difendendo il provvedimento: “La Pa italiana ha i dipendenti piu’ anziani dei paesi avanzati, per questo bisognava intervenire”. E ha aggiunto: “Il risultato andra’ monitorato e aiutato” portando “maggiore efficienza al ricambio generazionale” e intervenendo “rafforzando la produttivita’”. Anche il vice premier, Luigi Di Maio replica all’Ocse: “Qualcuno seduto su una scrivania lontano migliaia di chilometri crede che l’Italia per ripartire debba attuare politiche di austerity? Bene, le facessero a casa loro. I nostri prossimi passi sono un abbassamento del carico fiscale alle imprese e un grande aiuto alle famiglie. No intromissioni, grazie. Sappiamo quello che stiamo facendo!”.

Netta la bocciatura dell’Ocse sull’abbassamento dell’eta’ pensionabile a 62 anni, con almeno 38 di contributi: “Rallentera’ la crescita nel medio termine, riducendo l’occupazione tra le persone anziane e, se non applicata in modo equo sotto il profilo attuariale, accrescera’ la diseguaglianza generazionale e fara’ aumentare il debito pubblico”. Gia’ ora, l’Ocse stima che il rapporto sul Pil salira’ al 134% quest’anno e al 135% nel 2020. Sul Reddito di cittadinanza, l’Ocse ammette che il bilancio 2019 “giustamente” si pone l’obiettivo di “assistere i cittadini poveri” e il Rdc – rispetto al REI – mette sul piatto “fondi supplementari significativi per i programmi di contrasto alla poverta’”.

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D’altra parte, pero’, ritiene che “gli effetti positivi sulla crescita dovrebbero essere scarsi, in particolare a medio termine”. Inoltre, “l’efficacia dipendera’ in misura cruciale da sostanziali miglioramenti dei programmi di formazione e di ricerca di lavoro”. La preoccupazione dell’Ocse e’ che il reddito di cittadinanza “rischia di incoraggiare l’occupazione informale (cioe’ il lavoro nero, ndr) e di creare trappole della poverta’”. Non a caso, nella parte delle raccomandazioni suggerisce di “abbassare e ridurre progressivamente nel tempo le prestazioni del Rdc e introdurre un sussidio per i lavoratori occupati a basso reddito, per incoraggiare i beneficiari a cercare un impiego nel settore formale”.

Inoltre, secondo l’Ocse, il tenore di vita degli italiani e’ fermo e’ quello di quasi 20 anni fa, o meglio “e’ quasi pari a quello rilevato nel 2000” e “negli ultimi decenni le grandi disparita’ regionali si sono ampliate”. “Le variazioni regionali del Pil pro capite e del tasso di occupazione gia’ significative, si sono ampliate ulteriormente negli ultimi decenni” si legge nel rapporto, secondo il quale “le disparita’ regionali dei tassi di occupazione spiegano in larga misura la differenza del tenore di vita tra una regione e l’altra”. Per quanto riguarda l’occupazione, l’Ocse prevede che nel 2019 il tasso di disoccupazione crescera’ al 12% dal 10,6% del 2018 e nel 2020 salira’ ancora al 12,1%. “Sebbene il tasso di occupazione sia aumentato, e’ ancora uno dei piu’ bassi tra quelli dei Paesi dell’Ocse, in particolare per le donne. La qualita’ del lavoro e’ bassa e la discrepanza tra gli impieghi e le qualifiche dei lavoratori e’ elevata se raffrontata su scala internazionale. La crescita della produttivita’ e’ stata debole o negativa negli ultimi 25 anni.

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C’e’ anche un altro aspetto: secondo l’organizzazione parigina, in Italia i giovani sono spinti ad emigrare e tra di loro sale il tasso di poverta’, che resta elevato. Il report critica infatti la struttura economica stessa dell’Italia. Non e’ una novita’ sentirsi dire che “la crescita della produttivita’ e’ stata debole o negativa negli ultimi 25 anni”, sostiene l’organismo di Parigi, secondo il quale “la qualita’ del lavoro e’ bassa e la discrepanza tra gli impieghi e le qualifiche dei lavoratori e’ elevata, se raffrontata su scala internazionale”. Non a caso, “la penuria di opportunita’ spinge molti giovani a emigrare, aggravando il processo di gia’ rapido invecchiamento della popolazione”.

Per questo l’Ocse lancia una proposta di riforma strutturale che farebbe passare – entro il 2030 – la crescita annuale del Pil dallo 0,6% previsto con le politiche attuali all’1,5%. Un “programma pluriennale”, l’ha definito Gurri’a. Se intanto si mantenesse la disciplina di bilancio tale da portare l’avanzo primario (saldo tra entrate e uscite dello stato, al netto degli interessi sul debito) sopra il 2%, cosi’ il debito finalmente scenderebbe. Nel “vasto” pacchetto di riforme ritenuto “essenziale per rafforzare la crescita e l’inclusione sociale” trova spazio un po’ di tutto. Si va dalla “promozione della concorrenza nei mercati tuttora protetti, come i servizi professionali e i servizi pubblici locali”, allo sviluppo dell’innovazione anche attraverso incentivi mirati legati al programma Industria 4.0.

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