La neo presidente del Parlamento europeo Metsola (Ppe): “Raccoglierò l’eredità di Sassoli”

La neo presidente del Parlamento europeo Metsola (Ppe): “Raccoglierò l’eredità di Sassoli”
Roberta Metsola
18 gennaio 2022

La maltese Roberta Metsola, candidata del Ppe, è stata eletta presidente del Parlamento europeo al primo turno, oggi a Strasburgo, con 458 voti, ben al di là della maggioranza assoluta necessaria. La svedese Alice Kuhnke (Verdi) ha ottenuto 101 voti, e la spagnola Sira Rego (Sinistra) ne ha avuti 57. I voti espressi sono stati 616, le schede bianche 74. “Onorevoli eurodeputati, colleghi, con grande umiltà vi dico che sono onorata per la grande responsabilità che mi affidate, e vi prometto che farò del mio meglio per lavorare per questo Parlamento europeo e per tutti i cittadini”. Ha esordito così, oggi a Strasburgo, la maltese Roberta Metsola (Ppe), nel suo discorso d’insediamento come nuova presidente del Parlamento europeo, dopo essere stata eletta al primo turno, stamattina, con 458 voti. “La prima cosa che vorrei fare come presidente – ha detto subito dopo, in italiano – è raccogliere l’eredità che ci ha lasciato David Sassoli. David era un combattente per l’Europa, per questo parlamento; credeva nel potere dell’Europa di forgiare un nuovo percorso in questo mondo. Grazie David”.

“Onorerò il presidente David Sassoli – ha continuato Metsola, in inglese – battendomi sempre per l’Europa, per i nostri valori comuni: la democrazia, la dignità, la giustizia, la solidarietà, l’uguaglianza, lo stato di diritto e i diritti fondamentali, per le politiche della speranza le promesse dell’Unione europea. Vorrei che le persone ritrovassero un senso di fede ed entusiasmo per il nostro progetto, la fede nel fatto che renderemo il nostro spazio condiviso più sicuro, più giusto, e più uguale”. Prima di essere eletta, stamattina, nel discorso di presentazione della sua candidatura, aveva ricordato: “Sono una donna che viene da una piccola isola in mezzo al Mediterraneo, so che cosa significa essere ‘messa al proprio posto’, esser vista come perdente (‘underdog’, ndr), so che cosa significa per ogni ragazza che oggi ci segue, che cosa significa per tutti coloro che osano sognare”. Dopo la sua elezione, Metsola ha ricordato che l’ultima donna che aveva guidato il Parlamento europeo era stata 22 anni fa la francese Nicole Fontaine, e che prima di lei solo un’altra donna l’aveva preceduta, un’altra francese, Simone Veil, nel 1979, dopo le prime elezioni del Parlamento europeo. “Ventidue anni fa, veniva eletta Nicole Fontaine, dopo Simone Veil venti anni prima. Ora non dovranno passare altri vent’anni prima che un’altra donna sia eletta”, ha detto la neo presidente dell’Europarlamento.

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Dopo l’elezione della Metsola è iniziata la votazione per l’elezione dei 14 vicepresidenti del Parlamento europeo per la seconda metà della legislatura. Sono già stati eletti nel corso del primo turno di votazioni, in cui passavano i candidati votati dalla maggioranza assoluta, nove vicepresidenti, cinque del Ppe, tre del gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D) e uno del gruppo liberaldemocratico Renew. Fra i Socialisti e Democratici è stata eletta anche, con 527 voti (la seconda più votata) l’italiana Pina Picierno (Pd). I candidati erano 18 per 14 posti. Tra questi, cinque sono stati presentati dal gruppo S&D e sono già stati eletti, tre dal Ppe, già eletti anche loro, e tre, di cui solo uno finora eletto, dal gruppo Renew. L’elezione di questi 11 vicepresidenti era assicurata, sulla carta, in base all’accordo fra Ppe, S&D e Renew, che ha assegnato ai Popolari, con Roberta Metsola, la presidenza dell’Assemblea. Fra gli altri sette candidati, due appartengono al gruppo Verdi-Ale (Alleanza libera europea), uno al gruppo della Sinistra (Gue) e poi uno al gruppo di estrema destra Identità e Democrazia (è la leghista Marta Bizzotto), uno al gruppo conservatore Ecr (che ha fatto un patto separato col Ppe a sostegno della Metsola, e dovrebbe quindi poter contare sul voto di almeno una parte dei Popolari).

Gli ultimi candidati sono due “outsider” dei “non iscritti”, ossia di partiti non affiliati ad alcun gruppo politico. Il primo è l’italiano Fabio Massimo Castaldo, del M5s vicepresidente uscente Parlamento, e l’altra è Lívia Jaroka di Fidesz, il partito del premier ungherese Viktor Orban, uscito l’anno scorso dal Ppe. Il voto, in modalità online, è segreto. Nel primo turno ogni eurodeputato aveva a disposizione 14 voti, da assegnare uno per candidato, e doveva esprimerne almeno otto. Nel secondo turno, ogni europarlamentare può dare massimo cinque voti, sempre uno per candidato, e deve esprimerne almeno tre. I risultati del secondo turno, cominciato alle 17.30, saranno comunicati alle 19. Le attese per i restanti cinque vicepresidenti ancora da eleggere sono che passino i due candidati di Renew, quello dell’Ecr, e almeno uno dei due Verdi. Poi la partita per l’ultimo posto si giocherà soprattutto fra i due vicepresidenti uscenti, il candidato della Sinistra, il greco Dimitrios Papadimoulis, e l’italiano Castaldo, mentre appare molto difficile che passino la candidata della Lega e quella di Fidesz.

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