Selfie fatale agli Uffizi: turista danneggia un capolavoro del Seicento

Un attimo di vanità, un gesto impulsivo e il patrimonio artistico mondiale si ritrova, ancora una volta, vulnerabile. È bastato un selfie per infliggere un profondo squarcio a un dipinto del Seicento, custodito nella storica Galleria degli Uffizi di Firenze.

Il fatto

La sala era gremita, la sorveglianza messa a dura prova dal flusso incessante di visitatori. Tra la folla, un turista ha ceduto alla tentazione di immortalare il proprio volto accanto al ritratto di Ferdinando dei Medici, opera di Anton Domenico Gabbiani. Ma la ricerca dello scatto perfetto si è trasformata in un disastro: inciampando nei distanziatori – barriere poste proprio per proteggere le opere – il visitatore ha urtato la tela, provocando uno squarcio irregolare e profondo.

 
 
 
 
 
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La reazione e le conseguenze

Il danno è stato immediatamente notato. “La sicurezza è una priorità assoluta, ma l’imprudenza di alcuni visitatori ci mette a dura prova”, commentano fonti interne alla Galleria. La tela, ora affidata alle mani esperte dei restauratori, richiederà giorni di lavoro per essere riportata al suo antico splendore. “Faremo il possibile per restituire quest’opera al pubblico nel minor tempo possibile”, assicurano i tecnici.

L’identificazione

La scena, ripresa dalle telecamere di videosorveglianza e confermata da numerosi testimoni, non lascia dubbi sulla dinamica. Il turista, identificato e denunciato dai carabinieri, dovrà ora rispondere del suo gesto davanti alla legge.

Il dibattito

L’episodio riaccende il dibattito sulla tutela dei beni culturali e sull’uso – o abuso – dei dispositivi elettronici nei musei. Vale davvero la pena rischiare l’integrità di un capolavoro per un selfie? “L’arte va vissuta con rispetto, non usata come sfondo per la vanità”, ammonisce un visitatore abituale.

Mentre i restauratori lavorano in silenzio per sanare la ferita, resta una domanda: quanto siamo disposti a sacrificare sull’altare dell’autoscatto? Forse è il momento di riscoprire il piacere di osservare, senza filtri, la bellezza che ci circonda.