Traviata, nudo integrale e quattro Violette. Ma è Young Min Oh la vera rivelazione

Traviata, nudo integrale e quattro Violette. Ma è Young Min Oh la vera rivelazione
20 agosto 2015

Il tenore Young Min Oh e il soprano Natasha Dikanovich

di Laura Donato

Nudo integrale di Traviata e quattro Violette. Queste le novità annunciate per la messa in scena di Traviata a Taormina per il Taormina Opera Stars. Un nudo casto, quasi “virginale”, accentuato dal blu notturno delle luci, sul Preludio iniziale, a simboleggiare il nudo dell’anima dell’eroina verdiana di fronte alla corruzione della società che la circonda e di cui lei stessa è vittima. Quattro Violette – se ne è aggiunta una in più alle tre richieste idealmente da Verdi per i tre atti, a Taormina suddivisi in quattro, della sua forse più famosa è rappresentata opera – ad incarnare lo sviluppo vocale della voce da soprano: coloratura, lirico, lirico spinto, drammatico. Se la prima idea di Enrico Stinchelli, direttore artistico del Festival e regista della messa in scena, ha ottenuto l’attenzione del pubblico giunto numeroso a gremire il Teatro Antico di Taormina, grazie anche alle “grazie” indiscusse della giovane soprano Natasha Dikanovich (foto), ha funzionato sia dal punto di vista drammaturgico con una Violetta che, nuda, indossa la veste, maschera, della cortigiana, la seconda ha più che altro messo in evidenza il fatto di quanto sia difficile trovare oggi un soprano che incarni perfettamente l’abilità vocale e drammatica che il ruolo richiede.

Tuttavia sia Natasha Dikanovich, Violetta nel Primo atto, che Carolina Varela, cui è stata affidata la prima parte del Secondo atto, Eva Corbetta, che ha invece affrontato la Scena in casa da Flora sempre del Secondo atto –  e Tea Purceladze, Violetta nel Terzo atto, hanno ben espresso ciò che il ruolo in quel momento richiedeva, ma lasciando, in questo modo, solo intuire le potenzialità o meno della loro vocalità. Vera rivelazione della serata il tenore coreano Young Min Oh (foto). Il giovane interprete – selezionato come gli altri del cast, a parte il baritono Piero Terranova (che ha tratteggiato un maturo Germont con piglio e dignità)  durante la lunga maratona di audizioni tenuta nei mesi scorsi e che ha visto più di 500 partecipanti provenienti da tutto il mondo – ha sfoggiato una voce calda e chiara al tempo stesso con un ottimo fraseggio e tenuta delle linee. Un nome da tenere a mente, soprattutto, come inizio, per ruoli lirici. Di buona levatura vocale anche i ruoli secondari come la Flora di Sabrina Messina, tratteggiata forse con eccessiva enfasi, ma musicalmente corretta; il Gastone di, Alessandro D’Acrissa, il Dott. Grenvil di  Antonio Di Matteo, l’ Annina, di Angelica Meo.

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E poi ancora Francesco Solinas, Nazario Pantaleo Gualano; Riccardo Palazzo, Gino Epaminonda, a completare il giovane cast della serata. L’Orchestra e coro del Taormina Opera Stars, sempre collocati sul palco – quasi un’appendice della stessa scenografia più che tradizionale ed essenziale –  diretti per questa occasione da Silvia Casarin Rizzolo, ha confermato il poco equilibrio sonoro manifestato già nell’esecuzione di Nabucco, mancando l’amalgama necessario e la perizia nei tempi che la partitura verdiana impone. Abbastanza confusa anche la presenza quella del corpo di ballo Taormina Danza e delle comparse, in particolare nella Festa da Flora durante il  coro delle zingarelle e dei toreri, guidati dalle coreografie di Alessandra Scalambrino. Di un certo effetto la scena finale con la morte, una ballerina in nero già onnipresente negli atti precedenti, che ghermisce quasi di forza una Violetta riluttante a morire. Aida, stasera, ultima opera verdiana in programma per il neonato Festival Taormina Opera Stars.

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