Democratici contro Repubblicani, ecco il prezzo dell’impeachment

Democratici contro Repubblicani, ecco il prezzo dell’impeachment
Il Campidoglio è la sede del Congresso e la sede del ramo legislativo del governo federale degli Stati Uniti
17 dicembre 2019

Potrebbe essere un gioco da ragazzi per i repubblicani al Senato tenere in carica il presidente Donald Trump, ma sta diventando chiaro che il prezzo da pagare per averlo salvato dall’impeachment all’inizio del prossimo anno sarà alto. Alla Camera, i democratici avevano usato tutto il loro potere di maggioranza per forzare una strategia di impeachment, rapida e mirata, ma si sono scoperti alle accuse repubblicane. Ora la situazione è invertita, con i dem che gonfiano la possibilità di presentare un caso agli elettori sulla “pericolosità” di una rielezione l’anno prossimo. I democratici nell’arena del Senato non hanno sufficiente forza: avrebbero bisogno di 20 senatori repubblicani – pronti a ribellarsi al proprio leader di partito – per accumulare una maggioranza di due terzi e renderlo il primo presidente affondato dal Congresso.

“Condurre un processo di impeachment in Senato è una responsabilità enormemente pesante e solenne”, ha detto il senatore Chuck Schumer. Il fuggevole sorriso del leader della minoranza dem al Senato, mentre parlava dal podio, avrebbe potuto essere letto come una certa soddisfazione per la possibilità di rendere difficile la vita del leader della maggioranza repubblicana Mitch McConnell. Benchè i repubblicani continuino a sostenere che Trump uscirà dalla procedura più forte di prima. L’Assemblea dovrebbe votare mercoledì su due articoli di impeachment. Il primo sostiene che Trump ha abusato del potere trattenendo quasi 400 milioni di dollari in aiuti militari all’Ucraina nel tentativo di costringere il suo presidente a indagare sui democratici, tra cui il suo possibile avversario delle presidenziali 2020 Joe Biden e suo figlio Hunter. Il secondo afferma che Trump ha ostacolato il Congresso rifiutando di consegnare documenti e di consentire a insider come l’ex consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton e il capo dello staff della Casa Bianca Mick Mulvaney di testimoniare. Trump comunque guarda oltre, sicuro dell’assoluzione, come Andrew Johnson nel 1868 e Bill Clinton nel 1998 (Richard Nixon si dimise nel 1974 prima del voto della Camera). E di venire rieletto con una vittoria che sarà “ancora più grande della Brexit” del suo amico Boris Johnson.

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