Retromarcia della Corte suprema, in Venezuela restituiti i poteri al parlamento

Retromarcia della Corte suprema, in Venezuela restituiti i poteri al parlamento
1 aprile 2017

La Corte suprema del Venezuela, considerata vicina al presidente Nicolas Maduro (foto) ha rinunciato oggi ad attribuirsi i poteri del Parlamento, dove l’opposizione ha la maggioranza, a poche ore dalle manifestazioni contro quella decisione che ha suscitato forti preoccupazioni nella comunità internazionale. Questa marcia indietro, di cui dà notizia il sito Internet della corte, annulla quella del 30 marzo nella quale aveva deciso di assumere i poteri del parlamento e di privare i deputati della loro immunità. I rappresentanti delle istituzioni, riuniti nel Consiglio di Difesa della Nazione presieduto da Maduro, hanno deciso di “esortare il Tribunale supremo di giustizia (la Corte suprema), a rivedere le decisioni 155 e 156”, “al fine di mantenere la stabilita’ istituzionale e l’equilibrio dei poteri”, si legge nel testo dell’accordo. Il Consiglio era stato convocato d’urgenza da Maduro dopo il coro di proteste per l'”autogolpe” di cui era considerato l’ispiratore. La decisione della Corte Costituzionale, su cui il presidente ha uno stretto controllo, aveva infatti scatenato l’indignazione dell’opposizione, dell’Organizzazione degli Stati americani (Osa), che lunedi’ terra’ una riunione straordinaria, e dello stesso procuratore generale, Luisa Ortega, che ha definito l’operazione “una violazione della Costituzione”. La Ortega, peraltro, era assente alla riunione del Consiglio di Difesa al pari del presidente dell’Assemblea nazionale, il deputato dell’opposizione Julio Borges.

Nella notte italiana e dopo tre giorni di silenzio, Maduro e’ riapparso per la prima volta in pubblico da martedi’, quando la Corte suprema aveva assunto i poteri dell’Assemblea nazionale, e ha aperto in diretta tv la sessione del Consiglio per “tirare fuori la nazione dall’impasse che si e’ creata”. Il 54enne leader venezuelano ha tentato di mostrare il volto dello statista, sostenitore del dialogo con i propri avversari. “Io non sapevo nulla ne’ delle sentenza della Corte suprema, ne’ delle dichiarazioni della procura”, si e’ giustificato, assicurando che “in Venezuela sono pienamente in vigore la Costituzione, i diritti civili e politici e i diritti umani”. Maduro non ha pero’ perso l’occasione di “respingere qualsiasi attentato all’indipendenza” del Paese e ha denunciato le ingerenze straniere che mirano a “generare una tensione interna, a provocare un colpo di Stato”. “Gli Usa”, ha aggiunto, “restano a guardare a distanza e inviano una coalizione di destra a fare il lavoro sporco”. Rafforzati dalla pressione internazionale sul governo, gli avversari di Maduro protesteranno oggi per mettere in guardia il presidente contro ogni “avventura golpista”. Dopo un periodo di letargo in cui, secondo i sondaggi, ha perso consenso per aver fallito il dialogo con il governo, l’opposizione tornera’ nelle strade per chiedere il rispetto dell’Assemblea ed elezioni per superare la grave crisi economia e politica che attanaglia il Paese, in piena recessione con l’inflazione al 700% e il calo del prezzo del petrolio che penalizza l’export.

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A partire da questo sabato “andremo a pianificare azioni di proteste, a suscitare un immenso movimento di pressione cittadina e di resistenza, ha detto il capo del blocco parlamentare, Stalin Gonzales. E i deputati si riuniranno in una piazza pubblica di Caracas per “ratificare che l’Assemblea rappresenta la volonta’ cittadina”. Maduro non ha pero’ perso l’occasione di attaccare i governi che hanno chiesto la convocazione del Consiglio permanente dell’Osa e ha lamentato che questo lavorio punta a “generare una tensione interna, a provocare un colpo di Stato”. “Gli Usa”, ha aggiunto, “restano a guardare a distanza e invia una coalizione di destra a fare il lavoro sporco”. Rafforzati dalla pressione internazionale sul governo, gli avversari di Maduro protesteranno oggi per mettere in guardia il presidente contro ogni “avventura golpista”. Dopo un periodo di letargo in cui, secondo i sondaggi, ha perso consenso per aver fallito il dialogo con il governo, l’opposizione tornera’ nelle strade per chiedere il rispetto dell’Assemblea ed elezioni per superare la grave crisi economia e politica che attanaglia il Paese, in piena recessione con l’inflazione al 700% e il calo del prezzo del petrolio che penalizza l’export. A partire da questo sabato “andremo a pianificare azioni di proteste, a suscitare un immenso movimento di pressione cittadina e di resistenza, ha detto il capo del blocco parlamentare, Stalin Gonzales. E i deputati si riuniranno in una piazza pubblica di Caracas per “ratificare che l’Assemblea rappresenta la volonta’ cittadina”.

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