Appello di economisti all’Europa, linea di credito del Mes per Covid-19

Appello di economisti all’Europa, linea di credito del Mes per Covid-19
22 marzo 2020

Tredici economisti europei, di scuole diverse, chiedono che gli Stati membri dell’Ue creino una nuova linea di credito del Mes, il Fondo salva Stati dell’Eurozona, specificamente dedicata a finanziare le misure contro l’epidemia del Coronavirus Covid-19 e la risposta alla crisi socio economica che sta causando. Questa “Covid Credit Line” aiuterebbe gli Stati membri a sostenere il loro sforzo contro la crisi del Coronavirus, rendendo il costo del debito generato dalla spesa necessaria “indipendente dalle singole situazioni di bilancio”, cioè sganciandolo dallo spread. In un articolo pubblicato sul portale del sito Vox (Voxeu.org), che riporta analisi e commenti di importanti economisti, Agnès Bénassy-Quéré, Arnoud Boot, Antonio Fatás, Marcel Fratzscher, Clemens Fuest, Francesco Giavazzi, Ramon Marimon, Philippe Martin, Jean Pisani-Ferry, Lucrezia Reichlin, Dirk Schoenmaker, Pedro Teles, e Beatrice Weder di Mauro scrivono che “la lotta contro la pandemia di Covid nell’Ue richiede che tutti i governi nazionali possano finanziare la spesa necessaria, quindi che non siano vincolati ai mercati”.

Secondo i 13 economisti la nuova linea di credito dedicata alla crisi del Coronavirus dovrebbe essere “di lunga durata, con condizioni di accesso e condizionalità ex post”, e “dovrebbe garantire a tutti gli Stati membri crediti a lungo termine dedicati al finanziamento della risposta al Covid”. La ripartizione dei fondi tra gli Stati membri “dovrebbe essere proporzionata alla gravità della situazione della salute pubblica e alle sfide economiche affrontate”. La “condizionalità”, cioè le condizioni da rispettare per avere accesso ai finanziamenti, “dovrebbe essere minima e consistere nell’impegno degli Stati membri a essere trasparenti nell’uso della ‘Covid Credit Line’ e a non introdurre nuove misure discrezionali di spesa o di riduzione delle imposte non correlate al Covid”. “È nell’interesse di ogni stato membro dell’UE che i paesi dell’Unione colpiti dal coronavirus siano in grado di adottare le misure necessarie per controllare la pandemia e gestire le conseguenze economiche senza avere vincoli, e che possano farlo molto rapidamente”, osservano gli economisti, aggiungendo che “implicando il coordinamento e la solidarietà tra gli Stati membri, la linea di credito dedicata ridurrebbe i rischi per la stabilità economica e finanziaria per tutti, consentendo al contempo ai diversi paesi di sostenere i propri sforzi, con costi del credito meno dipendenti dalle singole situazioni di bilancio”.

Leggi anche:
Patto di stabilità, via libera del Parlamento europeo. I partiti italiani si astengono

Secondo i 13 economisti, “l’annuncio della Bce, il 18 marzo, di un programma di acquisto per l’emergenza pandemica (Pepp) rappresenta un passo importante. Generalmente, in una guerra, i governi sono appoggiati dalla loro banca centrale. Nonostante la flessibilità annunciata, tuttavia, la Bce potrebbe avere difficoltà a realizzare interventi che in gran parte potrebbero essere asimmetrici (cioè con alcuni Stati membri più colpiti da altri, ndr) senza un esplicito sostegno congiunto delle politiche di bilancio”. “Ciò che è certo, tuttavia, – sottolineano gli economisti – è che gli Stati membri non sono uguali quando si tratta di indebitarsi per ingenti somme sui mercati”. E aggiungono: “Dal punto di vista dei paesi più colpiti, la solidarietà europea sarà fondamentale, durante questo periodo buio e in seguito. Una mancata cooperazione in questa crisi invierebbe un segnale molto negativo, potenzialmente fatale per il progetto europeo”.

“Affrontare questi problemi – continuano i promotori della proposta – richiede una combinazione di azioni di politica di bilancio e monetarie. Dato il poco tempo disponibile, la soluzione a questo problema di coordinamento deve essere trovata all’interno di un quadro inizialmente progettato per proteggere la politica monetaria dagli abusi della politica fiscale: il ricorso a degli Eurobond sarebbe appropriato”,anzi, “sarebbe la migliore delle soluzioni per rispondere all’emergenza” ma “è improbabile che si possano introdurre in modo urgente”, perché “temiamo che non sia ancora il momento giusto”.

Leggi anche:
Tesla: utile primo trimestre -55%, ricavi -9%

“La nostra conclusione quindi è a favore di una proposta di ‘Covid Credit Line’ (CCL) del Meccanismo europeo di stabilità (Mes)”, affermano gli economisti, precisando che “la durata di queste linee di credito dovrebbe essere molto lunga perché gli Stati membri emergeranno dalla crisi Covid gravemente indeboliti e non saranno in grado di completare presto i rimborsi”. Quindi, “le nuove obbligazioni emesse dal Mes dovrebbero avere una scadenza molto lunga, sebbene con maturità che hanno un mercato”. “Questa opzione rappresenterebbe un miglioramento concreto rispetto alla situazione attuale” del Fondo salva-Stati, che, se usato così com’è, comporterebbe invece “scarso coordinamento e solidarietà tra gli Stati membri, poiché ciascuno di essi rimarrebbe l’unico responsabile del proprio debito nei confronti del Mes”. Infine, concludono i 13 economisti, la soluzione della “Covid Credit Line” comporterebbe un “aumento del volume delle obbligazioni europee” che “avrebbe anche l’effetto di stabilizzare il settore finanziario e amplierebbe la portata dell’azione della Bce”. askanews

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti