Commercialisti contro Conte: assurdo no rinvio scadenze

Commercialisti contro Conte: assurdo no rinvio scadenze
20 maggio 2020

 “È davvero inaccettabile che in una manovra mai vista prima in termini di risorse stanziate, non si trovi il modo di prorogare, in un momento di tale gravità per il Paese, i versamenti relativi alle dichiarazioni in scadenza il prossimo mese di giugno e di sbloccare la compensazione dei crediti Irpef maturati nel 2019, dando la possibilità di monetizzarli anche prima della presentazione delle dichiarazioni”. E` quanto dichiara il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani, commentando il Dl Rilancio.

Miani sottolinea come “la cosa è ancor più singolare se si pensa che l`anno scorso bastò il ritardo nel rilascio dei nuovi Isa accumulato dalle strutture dell`Amministrazione finanziaria a convincere il nostro legislatore a concedere, con ampio anticipo, la proroga dei versamenti legati alle dichiarazioni. Tale precedente lascia purtroppo poche giustificazioni allo sconfortante silenzio di oggi sul punto, in un periodo di totale emergenza sotto ogni punto di vista”. Miani stigmatizza anche la norma che “con il dichiarato intento di venire incontro alle difficoltà dei contribuenti, stabilisce che gli accertamenti in scadenza quest`anno siano “emessi” entro il 2020 e notificati soltanto successivamente, ma entro il 2021. Tale finalità – spiega il numero uno dei commercialisti – sarebbe stata realizzabile in modo certamente molto più efficace se solo si fosse prevista la sospensione dell`esecutività di tali accertamenti per tutto o parte del 2021 e del termine per impugnarli, mantenendo fermo l`obbligo di notificarli entro la fine del 2020″.

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Il presidente dei commercialisti critica duramente anche l`esclusione dei liberi professionisti dall`accesso ai contributi a fondo perduto. “Il Dl Rilancio – afferma Miani – ha incredibilmente escluso tutti i liberi professionisti iscritti alle casse previdenziali autonome dall`accesso al contributo a fondo perduto, relegandoli ancora una volta nel Fondo di ultima istanza. Un comparto del mondo del lavoro italiano tanto essenziale e qualificato quanto in grande sofferenza, subisce così un incomprensibile trattamento di serie B, a conferma di quanto siano radicati in certi settori i pregiudizi nei confronti dei liberi professionisti. Speriamo davvero che la politica si renda conto di quale assurda disparità di trattamento tra partite Iva stia mettendo in campo. Assieme a tutte le altre professioni ordinistiche ci batteremo per modificare questa norma”. “Al di là di tali aspetti”, prosegue Miani, “emerge ancora una volta, con evidenza, un problema di carattere più generale – che con gli ultimi provvedimenti normativi sta diventando sempre più intollerabile – che è quello della crescente approssimazione nella scrittura delle norme, che pregiudica irrimediabilmente la chiarezza della legislazione”.

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