Per ora nessun voto su Mes, Conte in Aula solo su Next generation Eu

Per ora nessun voto su Mes, Conte in Aula solo su Next generation Eu
Giuseppe Conte
30 giugno 2020

Sul meccanismo europeo di stabilità, il Mes, le posizioni nella maggioranza restano distanti. E così per il primo voto in Parlamento, che dovrebbe essere il 15 luglio, sulle comunicazioni del presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo straordinario del 17 e 18 luglio, non si discuterà dell’argomento.

La riunione di Bruxelles, infatti, vede all’ordine del giorno un generico “piano di ripresa in risposta alla crisi Covid-19 e il nuovo bilancio a lungo termine dell’UE”. E come conferma Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Politiche Ue, “in queste ore stiamo lavorando con i colleghi della maggioranza in un clima di condivisione degli obiettivi e degli intenti e con il ministro Amendola alla risoluzione sulle comunicazioni del premier in vista del Consiglio europeo del 17 e 18 luglio che si voterà in Aula probabilmente il 15 luglio e che si concentrerà sul quadro finanziario pluriennale e sul piano Next generation Eu”.

Al momento infatti sul Mes il premier e il M5s con lui vogliono aspettare settembre, mentre il Pd da giorni incalza per assumere subito una posizione favorevole all’uso di quei 36-37 miliardi per la spesa sanitaria. Il vero punto è se le opposizioni presenteranno mozioni alternative da mettere in votazione e sulle quali la maggioranza potrebbe spaccarsi. “Per adesso il premier Giuseppe Conte dice che il Mes non serve.
Abbiamo fiducia in lui”, ha detto la viceministra dell’Economia Laura Castelli, del Movimento 5 Stelle. Sul prestito Mes da 36 miliardi per la Sanità il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha lanciato ieri una sorta di ultimatum ai 5 Stelle: “Basta tergiversare”. “Non stiamo rinviando” ribatte Castelli, “il tempo viene usato per fare quello che serve. A settembre scriveremo la legge di Bilancio, è quello il momento di capire che fare” riguardo al Mes.

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Non dello stesso avviso Matteo Renzi che dice: “Non rinviamo ancora”, “è fondamentale chiudere rapidamente la partita del MES: i 37 miliardi che servono alla nostra sanità e che, per un motivo ideologico, qualcuno vorrebbe buttare via”. Secondo il leader di Italia viva alla fine “sul Mes si inventeranno qualcosa per renderlo digeribile sui giornali. Ma la sostanza è che quei soldi ci servono, punto. E li prenderemo. Questa è politica, non populismo”. Ma sul Mes è diviso anche il centrodestra, con Berlusconi che sostiene che non si possa dire no e Matteo Salvini che invece spera di mettere in difficoltà la maggioranza di governo: “Portino in aula un voto sul Mes e vediamo cosa voterà il Parlamento che è sovrano. Io penso che la maggioranza sia assolutamente a favore dell’interesse nazionale. Importante è il voto, portino il Mes in Parlamento e vediamo che succede”. Il rischio è che Lega e Cinque stelle si ritrovino nuovamente sulla stessa linea, insieme a Fratelli d’Italia, e dall’altro lato ci siano Pd e Iv insieme a Forza Italia, forse anche per questo la maggioranza ha deciso di sminare la discussione parlamentare sui temi europei preparando una risoluzione che non tocchi l’argomento.

In parallelo c’è il lavoro della Commissione per le Politiche dell’Ue che, come ogni anno, presenterà la sua relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea, che però andrà in Aula non prima del 20 luglio. Anche questa però non sarà focalizzata sul Mes, ma affronterà genericamente tutti gli strumenti europei. “Sarà una relazione ambiziosa – spiega Sergio Battelli, presidente della XIV commissione della Camera – su come l’Italia deve approcciarsi all’Ue, quest’anno vista la situazione abbiamo voluto in audizione personalità autorevoli i cui contributi ci aiuteranno a proporre al Parlamento la nostra relazione”.

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