Trump intensifica le misure anti-immigrazione: truppe a Los Angeles e deportazioni a Guantanamo

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ordinato il dispiegamento di migliaia di militari a Los Angeles per fronteggiare le proteste scoppiate in seguito alle operazioni contro i migranti irregolari. Secondo le dichiarazioni del commander-in-chief, solo l’intervento tempestivo di Marines e Guardia Nazionale ha impedito che la città venisse “bruciata completamente”.

“Se non avessimo mandato la Guardia Nazionale velocemente, in questo momento Los Angeles sarebbe bruciata completamente”, ha affermato Trump, criticando aspramente i governatori democratici che, a suo dire, “non vogliono salvare vite umane, non vogliono salvare le proprietà”.

Una risposta militare imponente

Le nuove disposizioni presidenziali prevedono il dispiegamento di 4.000 militari della Guardia Nazionale e 700 Marines per almeno due mesi nella metropoli californiana. L’operazione, che secondo stime del Pentagono potrebbe costare fino a 134 milioni di dollari, rappresenta una delle più imponenti mobilitazioni di forze militari in territorio americano degli ultimi decenni.

Trump si è detto pronto a invocare l’Insurrection Act del 1807, utilizzato per l’ultima volta da George Bush nel 1992, minacciando di estendere l’intervento militare ad altre città: “Se ci saranno rivolte in altre città useremo una forza uguale o maggiore”.

Guantanamo: da prigione per terroristi a centro di detenzione per migranti

Parallelamente al dispiegamento militare, l’amministrazione Trump ha annunciato l’invio di 9.000 migranti nel carcere di massima sicurezza di Guantanamo. Si tratta di un aumento esponenziale rispetto ai circa 500 migranti trattenuti sull’isola da febbraio, nell’ambito di un piano più ampio che prevede l’utilizzo della struttura per ospitare fino a 30.000 immigrati irregolari.

La decisione, ufficialmente motivata dalla necessità di liberare posti letto nei centri di detenzione americani, ha chiaramente anche un valore simbolico e deterrente nei confronti dell’immigrazione illegale.

Lo scontro con le autorità californiane

Il governatore della California Gavin Newsom e la sindaca di Los Angeles Karen Bass hanno reagito duramente alle misure presidenziali. Newsom ha annunciato una seconda causa legale contro l’amministrazione federale, definendo l’intervento militare “spericolato, inutile e irrispettoso nei confronti dei nostri soldati”.

La sindaca Bass ha accusato Trump di “provocare il caos nella nostra città”, sostenendo che “Los Angeles era una città tranquilla finché non sono arrivati loro”. Bass ha anche minacciato l’introduzione del coprifuoco nelle aree del centro dove si concentrano le proteste, pur cercando di isolare le frange violente dal movimento in difesa degli immigrati.

Proteste in espansione e arresti

Le manifestazioni si sono estese oltre Los Angeles, raggiungendo altre città californiane come San Francisco e Sacramento, oltre che altri stati. In Texas, il governatore repubblicano Greg Abbott ha confermato l’arresto di oltre una decina di manifestanti durante le proteste di lunedì ad Austin, avvertendo che “se superi il limite, sarai arrestato”.

Il sostegno di Musk e la linea dura dell’amministrazione

La strategia di Trump ha trovato l’inaspettato sostegno pubblico di Elon Musk, che ha condiviso sui social i post presidenziali e le dichiarazioni del vicepresidente JD Vance, secondo cui “il presidente non tollererà rivolte e violenza”.

Il segretario alla Difesa Pete Hesgeth, durante un’audizione al Congresso, ha difeso l’operazione sostenendo che l’intervento militare è stato richiesto dalle autorità locali, che si sono dichiarate “sopraffatte” dalla situazione.

Una svolta autoritaria?

Le misure adottate dall’amministrazione Trump rappresentano una svolta significativa nella gestione dell’immigrazione e del dissenso interno. L’utilizzo di Guantanamo per i migranti e il massiccio dispiegamento militare in territorio americano sollevano interrogativi sui limiti costituzionali dell’azione presidenziale e sulle implicazioni per i diritti civili.

Mentre il presidente celebra il suo 79° compleanno alla vigilia di una parata militare che commemora i 250 anni dell’esercito americano, il braccio di ferro con le autorità californiane e l’escalation delle misure repressive sembrano destinati a intensificarsi nei prossimi giorni.