Schiaffo a Trump anche dalla Corte suprema della Pennsylvania: “Accuse senza fondamento”

Schiaffo a Trump anche dalla Corte suprema della Pennsylvania: “Accuse senza fondamento”
29 novembre 2020

Schiaffo a Donald Trump anche dalla Corte suprema dello stato della Pennsylvania, che ha respinto il ricorso dei repubblicani volto a fermare la certificazione dei risultati delle elezioni presidenziali che danno la vittoria a Joe Biden. La sentenza lunga 21 pagine e scritta da un giudice nominato da Trump, Stephanos Bibas, è molto dura: si legge che “le accuse del comitato Trump non hanno alcun fondamento” perché non sono supportate da alcuna prova tangibile. I tre giudici della Corte accusano inoltre Trump di voler sovvertire il risultato elettorale “tramite degli avvocati”.

Ma Trump non molla. Il presidente uscente ha annunciato azioni legali anche nel Wisconsin Twitter cancella i post di Trump che parlano di “molti voti illegali”. Le elezioni “sono state le più truccate della storia americana, abbiamo moltissime prove” ha rilancia il tycoon nella sua prima intervista rilasciata dopo le elezioni presidenziali dello scorso 3 novembre, torna a rilanciare le accuse di brogli. “Una frode totale”, ha detto intervenendo telefonicamente al programma di Maria Bartiromo su Fox News. “Spero ci sia ancora una strada per la vittoria per il bene del paese ma è difficile arrivare fino alla Corte Suprema”, ha detto ancora Trump, in riferimento ai ricorsi legali presentati. In sostanza, nonostante sia partita la transizione per il passaggio di poteri da un’amministrazione all’altra, il monito e l’appello di Biden sono tornati a scontrarsi con il muro di Trump più che mai deciso a non concedere la vittoria e a dare ancora battaglia.

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“In America abbiamo elezioni libere e il risultato va rispettato, va onorato, perché gli americani non accetterebbero altro”, ha commentato Biden a proposito degli ultimi tentativi di Trump di ribaltare l’esito del voto, auspicando “la fine di questa triste stagione di divisioni”. La causa sul risultato elettorale in Pennsylvania era particolarmente importante, tanto che l’avvocato personale di Trump Rudy Giuliani si era presentato in tribunale per la prima volta in 28 anni per sostenerla. Ma Giuliani aveva portato in aula accuse generiche e infondate di irregolarità sul voto per posta e sull’accesso alle strutture elettorali da parte degli osservatori Repubblicani, senza approfondirne nemmeno una.

Poco dopo la notizia della sentenza Jenna Hill, una dei principali avvocati del comitato Trump, ha fatto sapere che farà ricorso alla Corte Suprema. Il New York Times spiega che servirà a poco: l’appello si basava sulla richiesta di fornire nuove informazioni al giudice di primo grado, Matthew Brann, e se anche la Corte Suprema dovesse accettare il caso e dare ragione a Trump – due ipotesi molto remote – ai suoi avvocati sarebbe semplicemente permesso di tornare da Brann, che ha già respinto il caso la settimana scorsa. In questi giorni Trump sta continuando a diffondere notizie false sul risultato delle elezioni, ma da alcuni elementi sembra che abbia iniziato ad accettare la sconfitta: venerdì 27 novembre ha spiegato che lascerà la Casa Bianca se il voto verrà certificato dal Collegio Elettorale, che si riunirà il 14 dicembre.

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