Dl Sicurezza bis, via libera da commissioni. Lunedì in Aula

Dl Sicurezza bis, via libera da commissioni. Lunedì in Aula
Camera dei Deputati
19 luglio 2019

Via libera delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera al decreto Sicurezza bis. Terminato l’esame degli articoli e dei relativi emendamenti, le due commissioni hanno votato il mandato ai relatori, i due leghisti Tutti e Bordonali. Il decreto approdera’ in Aula della Camera lunedi’ prossimo, 22 luglio, per la discussione generale. Anche se non vi e’ alcuna conferma, nella maggioranza non si esclude il ricorso al voto di fiducia e non solo nel passaggio al Senato. L’iter del provvedimento in commissione e’ stato travagliato: dopo una iniziale tensione tra M5s e Lega, i due alleati hanno raggiunto un’intesa, ma le votazioni spesso sono sfociate in parapiglia, con Pd e Leu che alla fine hanno abbandonato i lavori. Circostanza che ha consentito un esame piu’ rapido del testo.

LA NORMA: DA MAXMULTE A ONG A ARRESTO CAPITANO

Multe salate per le Ong che violano il divieto di accesso nel mare territoriale fino all’arresto in flagranza del capitano della nave che non si ferma di fronte allo stop della Guardia di finanza. ma anche sequestro immediato delle imbarcazioni, che potranno essere vendute o distrutte. Sono le principali novita’ introdotte al testo del decreto Sicurezza bis, durante l’iter nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera, che hanno terminato l’esame del provvedimento, ora atteso in Aula per la discussione generale lunedi’ prossimo. In tutto il decreto si compone di diciotto articoli, suddivisi in due parti: la prima relativa alle nuove norme sui migranti, la seconda inerente le misure sull’ordine pubblico, in particolare nelle manifestazioni sportive. Ma ci sono anche norme, fortemente volute dalla Lega e inserite durante l’iter alla Camera, a favore della Polizia di Stato e dei Vigili del fuoco.

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Sebbene dal testo approvato dal Cdm l’11 giugno scorso sia scomparso ogni esplicito riferimento alle attivita’ di soccorso dei migranti, gli articoli 1 e 2 del provvedimento, come del resto ha detto lo stesso titolare del Viminale, Matteo Salvini, rappresentano il ‘cuore’ del decreto e affidano al ministro dell’Interno ampi poteri (anche se meno vasti di quelli che la Lega avrebbe voluto, frenata dalle resistenze dei 5 stelle). Il ministro dell’Interno, infatti, puo’ “limitare o vietare l’ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale, salvo che si tratti di naviglio militare o di navi in servizio governativo non commerciale, per motivi di ordine e sicurezza pubblica” ovvero quando si concretizzano le condizioni di cui all’articolo 19 della Convenzione di Montego Bay (sul cosiddetto “passaggio inoffensivo”). Il provvedimento viene adottato “di concerto con il ministro della Difesa e con il ministro delle infrastrutture e dei Trasporti, secondo le rispettive competenze, informandone il presidente del Consiglio dei ministri”.

Quanto alle Ong, la Lega ha voluto un forte inasprimento delle sanzioni, inizialmente osteggiate dai 5 stelle: le navi (leggi Ong) che violano il divieto di accedere nelle acque territoriali subiranno una supermulta che va da un minimo di 250 mila euro a un massimo di 1 milione (nel testo originario erano da 10 a 50 mila). Non solo. Il capitano della nave, se contravviene al divieto e non si ferma davanti allo stop imposto dalla Guardia costiera, puo’ essere arrestato in flagrante. Le navi che non rispettano il divieto, inoltre, saranno immediatamente confiscate (nella versione iniziale del decreto la confisca avveniva solo dopo la reiterazione del reato da parte della stessa imbarcazione) e sequestrate. Le imbarcazioni confiscate saranno assegnate “dal prefetto in custodia agli organi di polizia, alle Capitanerie di porto o alla Marina militare ovvero ad altre amministrazioni dello Stato che ne facciano richiesta per l’impiego in attivita’ istituzionali. Gli oneri relativi alla gestione dei beni sono posti a carico dell’amministrazione che ne ha l’uso, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.

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Le somme derivanti dalle sanzioni amministrative per le violazioni sono versate ad apposito capitolo dell’entrata del bilancio dello Stato delle amministrazioni interessate, per essere utilizzate quale concorso agli oneri di gestione delle navi assegnate, a quelli di custodia e a quelli di distruzione. Le navi delle Ong che vengono sequestrate immediatamente dopo la violazione del divieto di ingresso nelle acque territoriali, possono essere vendute (anche per parti separate), se non utilizzate dallo Stato, o infine distrutte dopo due anni. Le spese sono a carico del proprietario o armatore. Quanto alla parte relativa all’ordine pubblico, la Lega ha ottenuto il via libera al cosiddetto ‘pacchetto polizia’, ovvero una serie di norme a favore della polizia di Stato e dei vigili del fuoco. Tra questo, l’aumento degli straordinari, risorse per il miglioramento e il ricambio del vestiario e aumento dei buoni pasto a 7 euro.

Quanto ai gestori di alberghi e di altre strutture ricettive, questi sono tenuti a comunicare alle questure territorialmente competenti le generalita’ dei nuovi ospiti entro le 24 ore successive all’arrivo – come gia’ prevede il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza – e entro 6 ore nel caso di soggiorni non superiori alle ventiquattr’ore. Tra le altre norme contenute nel decreto, misure piu’ rigorose per tutelare gli operatori delle forze dell’ordine impegnati in servizi di ordine pubblico. L’uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo che renda difficile il riconoscimento della persona in caso di manifestazioni viene punito con l’arresto da due a 3 anni e con l’ammenda da 2.000 a 6.000 euro. Chiunque “nel corso di manifestazioni in luogo pubblico o aperto al pubblico, lancia o utilizza illegittimamente razzi, bengala, fuochi artificiali, petardi, strumenti per l’emissione di fumo o di gas visibile o in grado di nebulizzare gas contenenti principi attivi urticanti, ovvero bastoni, mazze, oggetti contundenti o, comunque, atti a offendere, e’ punito con la reclusione da uno a 4 anni”.

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Ci sono poi norme cosiddette “spazza-clan”. e ancora, il questore puo’ disporre il divieto di accesso ai luoghi in cui tali manifestazioni si svolgono nei confronti di “coloro che risultino denunciati per aver preso parte attiva a episodi di violenza su persone o cose in occasione o a causa di manifestazioni sportive, o che nelle medesime circostanze abbiano incitato, inneggiato o indotto alla violenza”; “coloro che risultino avere tenuto, anche all’estero, sia singolarmente che in gruppo, una condotta finalizzata alla partecipazione attiva a episodi di violenza, di minaccia o di intimidazione”; “coloro che risultino denunciati o condannati, anche con sentenza non definitiva, nel corso dei cinque anni precedenti” per tutta una serie di reati.

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